Convenzione con Fasi per prevenzione Dirigenti
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato che l'inattività fisica rappresenta il quarto fattore di rischio per la mortalità globale. Sulla scorta di queste ricerche e a seguito dei dati emersi dall’indagine condotta dall’Istituto G&G Associated, su un campione di dirigenti della città di Roma, il Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa (Fasi) ha stipulato oggi una convenzione con il CONI che consentirà ai dirigenti romani di usufruire delle strutture dell'Istituto di Medicina dello Sport del Comitato Olimpico, in modo da incrementare la prevenzione.
Nella sala Stampa dello Stadio Olimpico sono stati presentati i risultati della ricerca “Stili di vita, attività fisica e prevenzione sanitaria dei Dirigenti romani” da cui emerge che, seppur il 73% confida nell'utilità della prevenzione sanitaria, nell'importanza di adottare uno stile di vita corretto (59%) e nell'utilità di praticare attività sportiva (59%), non sempre i manager assumono comportamenti pienamente conformi a quanto suggerito dalle principali organizzazioni sanitarie mondiali e italiane. Il Presidente del CONI, Giovanni Malago',con l’Amministratore delegato di CONI Servizi Alberto Miglietta, il Presidente del Fasi, Stefano Cuzzilla, il Presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, il Direttore di G&G, Giuseppe Torre, il Direttore dell'Istituto di Medicina dello Sport del Coni, Antonio Spataro hanno preso parte alla stipula della convenzione.
"Tengo a dire - ha spiegato il Presidente Malagò - che noi c'entriamo molto con questa nuova forma di convenzione tra Fasi e Istituto di Medicina dello Sport. Dobbiamo essere all'altezza della situazione ed essere bravi. Perché oggi ci sono molti competitor nel mondo della medicina e più che mai dobbiamo dimostrare che questo brand 'Coni' oggi può essere altrettanto di livello come sono le Istituzioni, qualcuna privata, che offrono servizi sul mercato".
"Quindi complimenti - ha concluso Malagò - se riusciamo a far vedere che non siamo così lontani come sport, ma che siamo pubblici e c'è una mission sociale, questa iniziativa può essere d'aiuto". Il presidente del Fasi Cuzzilla, ha rilevato che "con il Coni ci siamo posti come obiettivo di offrire una fotografia fedele degli atteggiamenti della classe dirigente nei confronti dello sport e della prevenzione sanitaria, ma anche e soprattutto, di avviare una partnership virtuosa che possa dare un contributo al Paese. Il Fasi, con il sostegno di Federmanager e Confindustria, ha avviato un progetto per la prevenzione sanitaria e, oggi, sta impegnando energie per promuovere gli stili di vita corretti". "Un dato da non sottovalutare - rileva il direttore sanitario dell'Istituto di Medicina dello Sport -, il nostro Istituto, struttura del Coni deputata alla valutazione degli atleti olimpici e nazionali e anche oggi aperto ai privati, ha un ruolo importante. Dalla sua nascita, circa 50 anni fa, abbiamo visto oltre 50.000 atleti e questo patrimonio di dati culturali ci ha permesso di fare indagini epidemiologiche uniche al mondo. L'Istituto a pieno titolo entra in questo progetto di tutela della salute delle persone". Giacomo Gargano, presidente di Federmanager Roma, ne è certo: "Abbiamo messo insieme un grosso modello di supporto per i dirigenti, questa convenzione può aiutare a migliorare anche le performance lavorative".
Secondo la ricerca condotta da G&G solo il 46% dei dirigenti fa movimento o sport costantemente e va peggio nelle classi di età più giovani (fino ai 49 anni).
Stesso trend si ripropone quando si parla di prevenzione sanitaria e stili di vita corretti. Il 76% ammette di non sottoporsi a screening ed esami diagnostici con regolarità. Ben il 79% pensa sia essenziale controllare i fattori di rischio (fumo, alcol, etc…) ma solo il 29% si presenta dal medico per una visita specialistica preventiva. I dati rilevati sulla diagnosi precoce di malattie importanti parlano da soli: il 23% ricorre alla prevenzione dei disturbi cardio-vascolari ed è il valore più significativo tra tutti. Solo il 12% si sottopone a controllo preventivo contro i tumori. L’indagine rivela poi che tale atteggiamento è più diffuso tra i giovani manager. Anche in questo caso colpisce che il 41% dei dirigenti under 50 non effettui controlli medici per la pratica sportiva, anche quando questa è esercitata in modo costante.
In termini complessivi, un dirigente su due si rivolge al medico di base. A cui si aggiunge un 17% che si affida ai centri per la medicina dello sport, e ciò può costituire una prima, anche se ristretta, base di partenza per promuovere le buone prassi.