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Ciclismo, Zanin e quello sprint d'oro nella gara su strada

Zanin crIl ciclismo recitò un ruolo da protagonista assoluto per i colori azzurri ai Giochi Olimpici di Tokyo 1964. Nella gara individuale su strada, l’Italia, che a Roma aveva perduto il primo posto per un soffio (il sovietico Kapitonov bruciò il nostro Trapé in volata) ottiene l’ambita medaglia. E’ il 24enne Mario Zanin, campione d’Italia, che dopo una condotta di gara intelligente e temporeggiatrice, riesce a bruciare in volata tutti gli altri concorrenti. Il percorso composto da otto giri da 24,354 km., per un totale di 194,832 km., è caratterizzato da una breve ma intensa salita di 65 metri all’11esimo chilometro.

 

Ai nastri di partenza si presentano 132 concorrenti. Il grande Eddy Merckx, quando mancano pochi chilometri alla fine, tenta la fuga, ma viene ripreso dal gruppo che si presenta compatto all’arrivo. Il “cannibale” si dovrà accontentare della dodicesima piazza, davanti agli azzurri Severino Andreoli (28°) e Felice Gimondi (33°), protagonisti di una gara di grande altruismo. Mario Zanin, invece, grazie ad una prova eccelsa, fatta di rabbia e furore agonistico, supera in volata il danese Kiell Rodian coronando il suo sogno olimpico.

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