Giustizia sportiva e regolamenti: l'importanza dell'autonomia, la necessità di armonizzare gli statuti federali
Ultimo giorno di approfondimenti e di sessioni per gli Stati Generali dello Sport, convocati dal CONI per delineare lo stato dell’arte del movimento, evidenziando i punti di forza, riflettendo sulle problematiche e analizzando le criticità.
Oggi la sessione, rappresentata dal cerchio nero, si proponeva di sviluppare il tema delle problematiche nel mondo dello sport, con moderatore Alberto Brandi, Direttore Sport Mediaset. L’introduzione è stata di Corrado Calabrò (Garante del Codice di Comportamento sportivo del CONI). Alla tavola rotonda hanno partecipato: Giulio Napolitano (professore di Diritto Amministrativo), Carlo Deodato (Presidente Gruppo di Lavoro tecnico Statuti e Regolamenti), Enrico Cataldi (Procuratore Generale dello Sport), Attilio Zimatore (Professore di Diritto Privato), Franco Roberti (Procuratore Nazionale Antimafia), Alessandro Pajno (Presidente Consiglio di Stato).
Corrado Calabrò (Garante del Codice di Comportamento Sportivo del CONI): “L’esistenza di un ordinamento giuridico è retto da regole certe. Un ordinamento effettivo è determinato dal sentimento con cui si aderisce allo stesso, riconoscendo i valori e accettandone le regole. Il Codice di Comportamento Sportivo del CONI afferma come connaturato il principio di lealtà e di correttezza in ogni situazione riferibile all’attività sportiva, nonché la prevenzione di qualsiasi conflitto di interesse. Lo sport è un forte collante sociale, favorisce l’integrazione: usarlo per scatenare l’odio è come quando si utilizza la religione per giustificare la violenza. Non sono rari i casi i casi in cui le sanzioni sportive toccano interessi soggettivi. La pregiudiziale sportiva prevede che il giudice ordinario possa essere adito solo una volta esperiti tutti i gradi di giudizio sportivi. L’interesse crescente dello sport è sempre più riconosciuta. Lo sport ricade anche nelle materie di interesse UE: il caso Bosman ha cambiato le regole d’ingaggio, una sorta di terremoto”.
Franco Roberti (ex Procuratore Nazionale Antimafia): “E’ difficile spiegare come si possa parlare ancora di mafie nel nostro Paese ma è un fenomeno che trova la forza nelle capacità di relazioni con il mondo esterno. Bisogna sconfiggerle ed è un obiettivo da perseguire con forza. Le mafie lavorano più con la corruzione che con la violenza e con l’intimidazione, che diventano armi di riserva. Le leggi chiare, conformi alla Costituzione, sono la prima condizione per il rispetto della legalità. In materia di sport, per renderne ancora più fruibile il contenuto, è auspicabile che ci siano sempre più leggi chiare. Cito una sentenza del 2014, in un processo di appropriazione indebita di un dirigente di Federazione: la Cassazione ha richiamato il quadro normativo che presiede ai rapporti tra CONI e FSN, spiegando che sono organismi di natura privata che assumono valenza pubblicistica e in quel caso si parla di peculato. L’articolo 23 dello Statuto del CONI perimetra la valenza pubblicistica delle FSN in modo estensivo. Bisognerebbe chiarire meglio questi contorni, con un intervento normativo. Nell’incertezza del diritto si insinua la criminalità. I Principi della prima parte della Costituzione devono essere rispettati, ed è la migliore arma contro ogni tipo di aggressione della criminalità organizzata. Auspico che ogni riforma venga compiuta con questo spirito”.
Enrico Cataldi (Procuratore Generale dello Sport): “La giustizia sportiva si rivolge a un popolo di oltre 4 milioni e mezzi di tesserati, a 118 mila società e a più di un milione e mezzo di operatori, con l’impegno di garantire il regolare ordinamento. Il nuovo Codice di Giustizia Sportiva prevede che gli interventi tutelino la legalità, perché è uno scopo primario. La probità indentifica lo stile dell’atleta. L’obiettivo è la completezza e la tempestiva dell’azione disciplinare con un cambio di mentalità animato da 3 principi: parità delle parti, contradditorio e giusto processo. Le funzioni della Procura Generale dello Sport si esplicano in 3 principi: conferimento della proroga dei termini per le indagini, gli intendimenti di archiviazione, il potere di avocazione dei procedimenti dopo l’invito e il potere di applicazione. Da quando è stato costituito questo organo sono stati trattati 7785 fascicoli: il 55% legati alla FIGC, il 5% a FIT, a FIP e a FISE, e il 3% alla FIDS. La principale criticità, gli illeciti disciplinari gravi, sono legati alle frodi sportive e connessi alle scommesse, agli abusi sui minori e alle violenze sessuali, agli atti di violenza, agli illeciti di natura economica-gestionale e alla costituzione di società fittizie”.
Giulio Napolitano (Professore di Diritto Amministrativo): "La giustizia sportiva è un pilastro fondamentale per il buon governo del movimento. E’ una componente fisiologica perché all’interno rafforza il senso di appartenenza delle componenti. Dall’analisi dei casi si impara molto da quello che funziona e si capisce come intervenire. Il buon funzionamento della giustizia sportiva è un elemento fondamentale della credibilità dell’organizzazione agli occhi dei cittadini e anche a chi ci guarda da fuori. Ecco perché quando Malagò appena eletto lanciò l’idea di una riforma organica della giustizia, rispondeva alla logica di un’evoluzione che potesse richiamare questo obiettivo. Questa riforma è stata costruita con una revisione statutaria molto calibrata, varando un testo asciutto ed essenziale, testandolo e prevedendo qualche ponderato correttivo. L'idea fondamentali della riforma era snellire e rendere trasparente e più garantista la giustizia federale, cercando di mettere le Federazioni nelle condizioni di far operare meglio i loro organi di giustizia e di cambiare l’ultimo grado, con un sindacato solo di legittimità esercitato dal Collegio di Garanzia. Un buon funzionamento del Codice di Giustizia Sportiva si esplica con la capacità di assicurare l’efficienza del sistema e sapendo coniugare legalità e garanzia. L’ultima istanza davanti al Collegio di Garanzia non ha più rimesso in discussione i fatti, creando ulteriore incertezza, ma in quasi 3 anni ci sono stati 293 ricorsi, non un numero abnorme in modo da non falsare la giustizia sportiva. Il Collegio di Garanzia è un organo terzo, non è schiacciato su una delle parti del conflitto. I termini sono stati contenuti in 210 giorni e vengono fatti rispettare dagli organi. Occorre procedere con lo stesso spirito empirico, senza personalismi, per risolvere i problemi”.
Carlo Deodato (Presidente Gruppo di Lavoro tecnico Statuti e Regolamenti, Consigliere di Stato): “E’ stata ravvisata una conflittualità negli Statuti federali e per chiarire bisogna armonizzare per restituire certezza alla vita delle FSN e delle Discipline Associate. Gli obiettivi sono 5: chiarire i punti controversi, arminizzare regole per stabilire disciplina unitaria, assicurare semplificazione e trasparenza, colmare lacune introducendo principi fondamentali e prestare meccanismi decisionali che non ostacolino fusioni di realtà affiliate al CONI. Il CONI può intervenire sugli Statuti e i Regolamenti con i Principi Fondamentali. Il metodo è una fase istruttoria di ascolto, eviteremo di chiedere la riscrittura ma procederemo con la modifica degli elementi che hanno evidenziato criticità. Il tema più problematico è quello della materia elettorale e del rinnovo degli organi federali con regole poche chiare. Per questo serve uniformità per evitare contenziosi. Il contrasto al match fixing vede discipline diverse tra le varie Federazioni: nei principi fondamentali va introdotta una regola chiara di contrasto al fenomeno. Un altro tema è legato al codice etico: imporre alla FSN l’istituzione di un organismo che giudichi l’applicazione del codice etico. La revisione dei principi fondamentali va accelerata per avere più omogeneità e più efficacia, più trasparenza. E’ stato fatto molto ma è necessario rimuovere ogni ambiguità per esaltare moralizzazione e credibilità”.
Attilio Zimatore (Professore di Diritto Privato): “L’etica si risolve nel rispetto delle regole. Il Collegio di Garanzia rappresenta l’ultimo grado ed è una delle innovazioni più significative della riforma della giustizia sportiva. Rappresenta la volontà di porre al vertice un organismo nuovo, soprattutto nelle competenze. E’ un giudice di legittimità. Non è un terzo grado di giustizia, non deve entrare nel merito dei fatti. Un altro principio fondamentale è quello dell’autonomia delle Federazioni, della sovranità nel merito. Voglio ricordare 2 decisioni recenti: la prima riguarda la sindacabilità delle decisioni. Il Collegio di garanzia può anche spingersi a giudicare la sufficienza della motivazione, che non è legata alla quantità ma anche a livello qualitativo. Un’altra tematica è quella dell’irrogazione delle sanzioni. Il Preisdente Frattini ha sollevato questo tema, rilevando come una interpretazione letterale potrebbe portare a un esito aberrante, contraria alla logica della norma. L’ordinamento ha bisogno di certezza e di stabilità. In questo quadro roseo evidenzio la decisione del TAR Lazio che ha sollevato la legittimità costituzionale dell’autonomia sportiva. Il ruolo della giustizia sportiva va invece difeso strenuamente”:
Alessandro Paino (Presidente Consiglio di Stato): “Il rapporto tra ordinamento sportivo e ordinamento della tutela giurisdizionale può essere affrontato da ognuno ma deve interpretato da due libertà. Partire dall’autonomia dell’ordinamento sportivo è fondamentale. E’ un concetto che significa relazione con lo Stato, con un bilanciamento nei confronti degli altri poteri. La giurisdizione è condizionata: esauriti i gradi sportivi, ogni altra controversia non riservate agli stessi, è disciplinata dal codice ordinario. Il Giudice amministrativo deve attendere gli organi di giustizia sportiva facciano il loro corso però può conoscere in modo incidentale della legittimità della sanzione e se la ritiene conforme al quadro. Tutela sull’interesse legittimo e non generale. Credo che l’attività dello sport ci può aiutare a rendere abitale questo mondo”.