Cento anni di Bartali, campione senza tempo
Un campione di vita. Non solo di sport. Un uomo vero, leale, forte e coraggioso, mito senza tempo. Il mondo dello sport omaggia la memoria di Gino Bartali, nel giorno del Centenario della sua nascita. Toscano, di Ponte a Ema (Firenze), non è stato solo uno dei più grandi ciclisti della storia, capace di autografare - con la sua classe - epiche pagine di gloria, ma un protagonista che ha saputo legare le vittorie alla contemporaneità, che ha scalato le strade impervie del mondo con la bicicletta, vincendo nei cuori della gente, grazie a quell’umanità che gli è valsa titoli e onorificenze speciali.
Bartali ci ha regalato - con Fausto Coppi - le imprese più belle del ciclismo italiano e detiene ancora un record: nessuno, come lui, ha mai vinto due Tour de France a dieci anni di distanza. Scalatore indomito, nel 1948 bissò il trionfo del 1938, oltre a mettere in bacheca tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946), e un totale di 126 vittorie: la prima nella Bologna-Raticosa del 1933 e l’ultima nel Giro di Toscana del 1953, insieme a 4 Sanremo, 3 Lombardia e 2 Giri di Svizzera. L’altro successo, quello della solidarietà, lo conquistò nascondendo per anni documenti nei tubi della sua bicicletta e salvando dalla deportazione centinaia di ebrei. Per questo è stato insignito, dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi, della medaglia d'oro al valor civile, tributo per i meriti riconosciuti alla sua opera durante la seconda Guerra Mondiale. Per gli Ebrei, nel 2013, Bartali è diventato Giusto tra le Nazioni. Ci ha lasciato il 5 maggio del 2000, è stato consegnato alla leggenda come un eroe ma lui avrebbe voluto essere ricordato solo per le imprese sportive, quasi per pudore di gesti che albergavano nel suo essere alfiere dell’umana solidarietà. Ciao Gino. Ciao campione immortale.