Al via i Mondiali Indoor 2016. L'Italia punta in 'alto' con Fassinotti, Tamberi e Trost
Si alza il sipario sui Mondiali indoor di Portland, primo grande appuntamento della stagione che culminerà nei Giochi Olimpici di Rio 2016. Da domani a domenica l’Oregon Convention Center ospiterà poco meno di 540 atleti in rappresentanza di 148 Paesi, con l’Italia che si presenta al via con la spedizione più contenuta di sempre: Alessia Trost, Gloria Hooper, Marco Fassinotti, Gianmarco Tamberi e Chiara Rosa. Una rappresentativa mai così ridotta – il precedente limite minimo era di sette atleti ed era stato registrato a Maebashi 1999 e Doha 2010 – a causa anche della pianificazione degli impegni nell’anno che porta all’Olimpiade.
“I numeri rispecchiano le scelte programmatiche di inizio stagione – spiega Massimo Magnani, Direttore Tecnico Organizzativo delle squadre nazionali -. Nel corso delle riunioni di Fiuggi del novembre scorso, abbiamo condiviso con la maggior parte degli atleti il concetto che gli appuntamenti invernali, sia per la collocazione in calendario, sia per la ricchezza di appuntamenti dell'estate, non dovessero essere vissuti come obiettivi, ma come strumento di preparazione. È il caso, per fare un esempio pratico, di Alessia Trost, che aveva bisogno di gareggiare dopo un 2015 sfortunato, o di Gloria Hooper, che sta affinando le sue qualità di partente, e dunque vive questa stagione sui 60 metri, lei che è una duecentista, come periodo di studio e formazione. Poi, è chiaro, qualcuno che ha fatto particolarmente bene in questo inverno è a Portland con delle velleità di piazzamento, e ovviamente il dato va registrato con soddisfazione”.
Nonostante il numero esiguo, l’Italia potrà contare sui saltatori Fassinotti e Tamberi (invitato a far parte del gruppo di atleti top) che, quest'inverno, sono stati protagonisti sulle pedane di mezza Europa. Tamberi, infatti, è capolista mondiale 2016 con il 2,38 di Hustopece, Fassinotti è quarto - 2,35 a Banska Bystrica. A loro si aggiunge Trost, settima in classifica grazie all'1,95 di Madrid. E, già ieri, in pedana, si sono registrate le prime schermaglie tattiche tra gli atleti che saranno protagonisti nel weekend: con gli azzurri, ad alternarsi nelle rincorse anche Mutaz Barshim e Robbie Grabaraz.
“Per Tamberi la prova di Portland può rappresentare una sorta di primo esame – aggiunge Magnani -, anche se voglio dire che dal mio punto di vista, e restando nella metafora, l’atleta ha già superato lo scritto agli Assoluti di Ancona. In quella situazione, pur con la tensione provocata da tanti fattori diversi ha dimostrato un grado di maturazione molto significativo. Fassinotti è oggi un atleta di livello internazionale, in grado di puntare ai massimi livelli come Tamberi, vista la sua continuità di rendimento su certe misure. Insieme formano una coppia (in attesa di Chesani, ndr) che il Mondo ci invidia”.
Un po’ meno sotto i riflettori, rispetto ai compagni del salto, è Trost. “Anche la sua stagione invernale ha dato segnali confortanti -ricorda il DTO - : una certa consistenza su buone misure, e vittorie convincenti, una delle quali ottenuta a spese di una avversaria sempre difficile come la spagnola Beitia”. Chiude il gruppo Chiara Rosa, la capitana azzurra, che può puntare ad un piazzamento di prestigio in un contesto qualificato, con diverse big della scena mondiale del getto del peso. “E’ un’atleta in grado di reggere il confronto, e potenzialmente anche capace di superare molte delle avversarie presenti. Sta a lei dimostrare il suo valore, in una manifestazione che può darle soddisfazioni”.
La rassegna di Portland offrirà agli azzurri l’occasione per testare la propria preparazione; il successivo appuntamento in agenda sarà, invece, l’Europeo di Amsterdam (6-10 luglio). “È lì che potrà essere valutata la squadra nel suo insieme, l’atletica italiana come corpo unico – rileva Magnani -: sarà l’occasione per i tanti giovani visti per esempio agli Assoluti indoor di Ancona, di presentarsi in azzurro in una rassegna di primissimo piano. L’Olimpiade, invece, è un’altra cosa: sarà un appuntamento per pochi, ovvero per coloro che avranno dimostrato concretamente una consistenza tecnica ed una capacità competitiva consolidate. L’esperienza di tanti anni, peraltro vissuta in prima persona da molti atleti, insegna che la prestazione di un giorno non vuol dire competitività. Anzi, spesso è l’anticamera della controprestazione nell’occasione che conta”. Il DTO rigetta quindi l’obiezione che puntare su due rassegne internazionali così ravvicinate possa creare problemi proprio in termini di capacità prestativa. “Non è così – precisa -. Preparandosi adeguatamente, si può mantenere un elevato livello di efficienza nell’arco temporale, poco più di quattro settimane, che separa i due eventi”.