04/07/2005
GIOCHI DEL MEDITERRANEO IL GIORNO DOPO: BILANCIO DEL SEGRETARIO GENERALE CONI PAGNOZZI
Considerare i Giochi del Mediterraneo come prima, utile ed indicativa tappa verso i Giochi Olimpici non può più essere considerata argomentazione pretestuosa.
La collocazione di questa “manifestazione d’area” nel primo anno di ogni nuovo quadriennio olimpico, la possibilità di riprodurvi situazioni organizzative e d’ambiente tipiche dei Giochi - ben diverse da quelle di campionati mondiali o continentali delle singole discipline – e la moltiplicazione e crescita qualitativa dei partecipanti consentono che da una Almeria 2005 lo sport italiano possa trarre credibilmente spunti interessanti e persino insegnamenti in vista di Pechino 2008.
A questo riguardo ecco alcune riflessioni del segretario generale del CONI Raffaele Pagnozzi, ricordando i suoi ruoli più specifici di responsabile della preparazione olimpica e di vicepresidente vicario del Comitato Organizzatore Giochi del Mediterraneo.
“Quelli di Almeria 2005 sono stati per l’Italia dei buoni Giochi. Degli ottimi Giochi anzi, perché, ancora una volta, siamo riusciti a vincerli – ovvero a figurare al primo posto del medagliere – dopo un duello straordinariamente serrato con la squadra francese.
Almeria è stata ed è ancora sede di un grande e famoso set cinematografico specializzato in film di tensione ed avventura (La saga western di Sergio Leone, I magnifici sette, Indiana Jones) e negli ultimi giorni é sembrato quasi che il testa a testa nel conto delle medaglie fosse frutto di una sceneggiatura mozzafiato e di una sapiente regia.
Abbiamo vinto noi davvero sul filo – portandoci dietro per giorni il magone di quella squalifica nel nuoto per cambio anticipato della staffetta veloce maschile che aveva tolto un oro abbondante a noi e lo aveva regalato alla Francia – e quando si vince di poco si sa che l’avversario non ti ha regalato nulla. Abbiamo vinto, in termini più allargati, anche rispetto ad un quadro di partecipazione che forse qualcuno sottovaluta: 9 dei 21 Paesi presenti ad Almeria infatti erano tra i 71 che costituivano il medagliere dei Giochi di Atene e 5 (Italia, Francia, Spagna, Grecia e Turchia) tra i primi 22.
Il CONI – anche in vista della prossima edizione dei Giochi che sarà ospitata nel 2009 da Pescara – ha chiesto alle Federazioni di fissare uno standard quanto più alto possibile nella composizione delle squadre per Almeria, senza che questo comunque incidesse sui programmi di preparazione per i loro campionati continentali e mondiali. E credo che tutto sia stato fatto nella giusta misura, con intelligenza, spendendo nella manifestazione pedine ed energie con la dovuta cautela. I risultati di Almeria in qualche caso – e penso ai riscontri cronometrici di Rosolino, della Filippi e di qualche altra ragazza nel nuoto – sono serviti a dare nuova determinazione anche in vista degli altri e tecnicamente più importanti appuntamenti. Ed il discorso vale anche per la pallacanestro maschile: da questo gruppo giovane, che Recalcati ha voluto seguire personalmente, potrebbero essere pescati diversi giocatori per la rosa dei dodici che a settembre sarà impegnata a Belgrado nei campionati europei.
Una menzione particolare meritano pugilato, ginnastica e sport equestri. Quattro medaglie d’oro ci sono arrivate dal ring: il giovane Valentino ha meritato l’ufficioso titolo di miglior pugile del torneo per quella sua boxe tutta stile e fantasia, il super massimo Cammarelle s’è dimostrato di molte spanne superiore al campo di gara e solo cubani, russi e statunitensi possono procurargli problemi. La piccola Vanessa Ferrari è stata la reginetta dei Giochi nella ginnastica con le sue sei medaglie, tutte strameritate in una disciplina in cui Spagna e Francia sono molto cresciute ed in cui sovente le giurie finiscono con il ristabilire equilibri Nell’equitazione Airoldi e il quartetto tricolore hanno riportato in sella il nostro mondo equestre, ricoprendo un ruolo risolutivo nella nostra sfida con i francesi. Arco, canottaggio, scherma, tiro a volo, judo sono oramai miniere di medaglie di sicuro affidamento ed anche questa volta hanno fatto la loro parte. Da tennis tavolo (e non solo per il guizzo di Min Yang) e dal karate dello splendido Maniscalco, un ragazzo al quale é facile pronosticare la popolarità, gli altri contributi più significativi.
Ad Almeria, in definitiva, per l’Italia di negativo c’è stata solo la serataccia del calcio, ovvero quella partita finita tanto male da finire al 90’ contro i padroni di casa della Spagna. La Federcalcio, i dirigenti, gli stessi giocatori hanno manifestato il loro rincrescimento per il brutto episodio. Credo comunque – e parlo in questo caso da vicepresidente vicario del COJM – che sia opportuno fare un qualche approfondimento su diversi aspetti del torneo di football, sia in termini di formula che di gestione”.
GIOCHI DEL MEDITERRANEO IL GIORNO DOPO: BILANCIO DEL SEGRETARIO GENERALE CONI PAGNOZZI
Considerare i Giochi del Mediterraneo come prima, utile ed indicativa tappa verso i Giochi Olimpici non può più essere considerata argomentazione pretestuosa.
La collocazione di questa “manifestazione d’area” nel primo anno di ogni nuovo quadriennio olimpico, la possibilità di riprodurvi situazioni organizzative e d’ambiente tipiche dei Giochi - ben diverse da quelle di campionati mondiali o continentali delle singole discipline – e la moltiplicazione e crescita qualitativa dei partecipanti consentono che da una Almeria 2005 lo sport italiano possa trarre credibilmente spunti interessanti e persino insegnamenti in vista di Pechino 2008.
A questo riguardo ecco alcune riflessioni del segretario generale del CONI Raffaele Pagnozzi, ricordando i suoi ruoli più specifici di responsabile della preparazione olimpica e di vicepresidente vicario del Comitato Organizzatore Giochi del Mediterraneo.
“Quelli di Almeria 2005 sono stati per l’Italia dei buoni Giochi. Degli ottimi Giochi anzi, perché, ancora una volta, siamo riusciti a vincerli – ovvero a figurare al primo posto del medagliere – dopo un duello straordinariamente serrato con la squadra francese.
Almeria è stata ed è ancora sede di un grande e famoso set cinematografico specializzato in film di tensione ed avventura (La saga western di Sergio Leone, I magnifici sette, Indiana Jones) e negli ultimi giorni é sembrato quasi che il testa a testa nel conto delle medaglie fosse frutto di una sceneggiatura mozzafiato e di una sapiente regia.
Abbiamo vinto noi davvero sul filo – portandoci dietro per giorni il magone di quella squalifica nel nuoto per cambio anticipato della staffetta veloce maschile che aveva tolto un oro abbondante a noi e lo aveva regalato alla Francia – e quando si vince di poco si sa che l’avversario non ti ha regalato nulla. Abbiamo vinto, in termini più allargati, anche rispetto ad un quadro di partecipazione che forse qualcuno sottovaluta: 9 dei 21 Paesi presenti ad Almeria infatti erano tra i 71 che costituivano il medagliere dei Giochi di Atene e 5 (Italia, Francia, Spagna, Grecia e Turchia) tra i primi 22.
Il CONI – anche in vista della prossima edizione dei Giochi che sarà ospitata nel 2009 da Pescara – ha chiesto alle Federazioni di fissare uno standard quanto più alto possibile nella composizione delle squadre per Almeria, senza che questo comunque incidesse sui programmi di preparazione per i loro campionati continentali e mondiali. E credo che tutto sia stato fatto nella giusta misura, con intelligenza, spendendo nella manifestazione pedine ed energie con la dovuta cautela. I risultati di Almeria in qualche caso – e penso ai riscontri cronometrici di Rosolino, della Filippi e di qualche altra ragazza nel nuoto – sono serviti a dare nuova determinazione anche in vista degli altri e tecnicamente più importanti appuntamenti. Ed il discorso vale anche per la pallacanestro maschile: da questo gruppo giovane, che Recalcati ha voluto seguire personalmente, potrebbero essere pescati diversi giocatori per la rosa dei dodici che a settembre sarà impegnata a Belgrado nei campionati europei.
Una menzione particolare meritano pugilato, ginnastica e sport equestri. Quattro medaglie d’oro ci sono arrivate dal ring: il giovane Valentino ha meritato l’ufficioso titolo di miglior pugile del torneo per quella sua boxe tutta stile e fantasia, il super massimo Cammarelle s’è dimostrato di molte spanne superiore al campo di gara e solo cubani, russi e statunitensi possono procurargli problemi. La piccola Vanessa Ferrari è stata la reginetta dei Giochi nella ginnastica con le sue sei medaglie, tutte strameritate in una disciplina in cui Spagna e Francia sono molto cresciute ed in cui sovente le giurie finiscono con il ristabilire equilibri Nell’equitazione Airoldi e il quartetto tricolore hanno riportato in sella il nostro mondo equestre, ricoprendo un ruolo risolutivo nella nostra sfida con i francesi. Arco, canottaggio, scherma, tiro a volo, judo sono oramai miniere di medaglie di sicuro affidamento ed anche questa volta hanno fatto la loro parte. Da tennis tavolo (e non solo per il guizzo di Min Yang) e dal karate dello splendido Maniscalco, un ragazzo al quale é facile pronosticare la popolarità, gli altri contributi più significativi.
Ad Almeria, in definitiva, per l’Italia di negativo c’è stata solo la serataccia del calcio, ovvero quella partita finita tanto male da finire al 90’ contro i padroni di casa della Spagna. La Federcalcio, i dirigenti, gli stessi giocatori hanno manifestato il loro rincrescimento per il brutto episodio. Credo comunque – e parlo in questo caso da vicepresidente vicario del COJM – che sia opportuno fare un qualche approfondimento su diversi aspetti del torneo di football, sia in termini di formula che di gestione”.