A un anno da PyeongChang: iI 9 febbraio 2018 il via a un'edizione record

GIOCHI OLIMPICI INVERNALI

fontana1 bandiera crUn anno fa partiva l’avventura a cinque cerchi di PyeongChang 2018. Era il 9 febbraio quando le delegazioni di 91 Paesi entrarono nell’Olympic Stadium della cittadina coreana per celebrare l’inizio della XXIII edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Nell’album dei ricordi tante emozioni e numeri da record: quello legato ai Comitati Olimpici in gara - 91, oltre a un atleta della Russia, contro gli 88 di Sochi 2014 -, con la “prima” volta assoluta per sei nuovi NOC di quattro continenti (Ecuador, Eritrea, Kosovo, Malesia, Nigeria e Singapore), senza dimenticare il dato statistico relativo alla partecipazione femminile del 41,3%, mai così alta.

 

L’Italia, secondo l’alfabeto coreano, fece il suo ingresso nell’Olympic Stadium di PyeongChang per 59esima, poco prima delle 21 locali, dopo l’Iran e prima di Israele. In testa la portabandiera Arianna Fontana, che fece da apripista alla delegazione azzurra guidata dal Capo Missione e Vice Segretario Generale del CONI, Carlo Mornati.

 

Il messaggio più bello e importante offerto dai Giochi arrivò proprio quella notte, grazie all’espressione del significato autentico rivestito dallo sport come strumento di pace e di unione, più forte di ogni divisione. Il valore del movimento elevato alla massima potenza nella manifestazione che ne incarna l’universalità venne racchiuso nel giro di stadio effettuato, fianco a fianco, dagli atleti della Corea del Sud con quelli della Corea del Nord, il modo più emblematico per sotterrare paure e problemi e gettare il seme di una nuova epoca nei rapporti, dando avvio a un processo distensivo e diplomatico, all’insegna del dialogo. Il presidente del CIO Thomas Bach definì questo e gli altri segnali arrivati nel corso dei Giochi, come l’unificazione della squadra di hockey, “un messaggio molto importante che trascende lo sport”.

 

In termini di successo sportivo vennero realizzati 25 nuovi record olimpici, insieme a tre record mondiali. Tra i primati più importanti quello di Ester Ledecká della Repubblica Ceca, primo atleta a vincere l'oro sia nello sci alpino che nello snowboard agli stessi Giochi Olimpici Invernali, quello della sciatrice di fondo norvegese Marit Bjørgen, che con la conquista di 5 medaglie a PyeongChang si è portato a quota 15 in carriera, più di qualsiasi altro atleta nella storia dei cinque cerchi invernali. E poi la “nostra” Arianna Fontana: fu lei a trascinare l’Italia in doppia cifra – grazie a un oro nei 500 metri, a un argento nella staffetta e a un bronzo nei 1000 metri nello short track – arrivando a conquistare l’ottava medaglia personale ai Giochi, salendo sul secondo gradino del podio azzurro di tutti i tempi nelle edizioni invernali – dietro solo a Stefania Belmondo (prima con 10) -, e sul quinto assoluto, insieme a Giovanna Trillini, nella classifica all time italiana, estiva e invernale, a cinque cerchi. Una fuoriclasse incredibile, eccezionale nella sua unicità, capace di guadagnare anche lo scettro assoluto dell'atleta più vincente dello short track mondiale, primato condiviso con Apolo Antonio Ohio (Usa) e a Viktor An (Corea e Russia).