La neve tibetana ed il traffico pechinese
La neve che non cade in Tibet ed il traffico che paralizza Pechino: due problemi da risolvere.Liu Xiaoming, assessore ai trasporti della capitale cinese, ha garantito che si raddoppieranno gli sforzi per avviare a soluzione il secondo prima dell’agosto 2008, mettendo in opera il quarto piano dopo i tre che, dal 2004, si sono articolati in qualcosa come 1.300 diversi provvedimenti.Il fatto é che a Pechino a fine 2006 circolavano 2.876.000 veicoli, con un incremento di 370.000 rispetto all’anno precedente e nei primi tre mesi del 2.007 si è già saliti a quota 2.970.000. Probabilmente “Capo 3 milioni” è stato doppiato in questi giorni, ma lo sapremo alla prossima rilevazione.Cosa fare per ovviare a questa invasione? Le solite cose, tutto il mondo é paese, solo che a Pechino si fanno più in fretta. Le strade cittadine destinate ai soli mezzi pubblici si allungano sempre di più: ne sono garantiti 200 chilometri per il giorno dell’apertura dei Giochi, 300 per il 2010, 400 nel 2012, 561 nel 2015. Parallelamente si dà sviluppo al trasporto su rotaie, che nel 2015 rappresenterà il 50% del trasporto pubblico a fronte dell’attuale 20%.Passando dalla città ai monti, dal Tibet arriva la notizia della prima nevicata artificiale. Neve che cade dal cielo, non quella sparata dai cannoni come si usa sugli impianti di tutto il mondo. L’obiettivo non è quello di far disputare slalom o discese, ma di riequilibrare il clima. In Tibet quest’ inverno si sono registrate temperature di 2-3 gradi superiori alle medie stagionali, i ghiacciai si stanno riducendo ed il rischio é quello della siccità.L’esperimento è stato condotto nella contea di Naggu, nel nord del Tibet, su un altopiano a 4.500 metri di altezza. La notizia avrebbe comunque avuto un altro sapore olimpico se i Giochi di Pechino fossero stati invernali piuttosto che estivi.