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La Procura dispone cinque deferimenti

L’Ufficio Procura Antidoping comunica di aver disposto i seguenti provvedimenti:

deferimento dell’atleta Matteo Tardiani (tesserato ACSI) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA per la positività al Torasemide riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000, al termine della gara ciclistica ACSI  “2^ Prova Trittico sociale di Ciclismo”, disputata a Valdaro il 25 aprile 2014 con richiesta di due anni di squalifica;

deferimento dell’atleta Mauro Guglielmi (tesserato FIC) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA, per la positività all'Idroclorotiazide e al Clorotiazide, riscontrate in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000, al termine della gara di Campionato Regionale Lazio “Trofeo Città di Sabaudia”, disputata a Sabaudia il 25 maggio 2014, con richiesta di due anni di squalifica;

deferimento dell’atleta Maria Beatrice D’Ascenzi (tesserata FIG) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA per la positività all'Amiloride e all'Idroclorotiazide, riscontrate in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000, al termine della gara di Campionato Toscano a Squadre, disputata a Castiglione della Pescaia – Località Punta Ala, il 13 aprile 2014, con richiesta di un anno di squalifica;

deferimento dell’atleta Patrizio Iannarilli (tesserato UISP) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA per la positività all'Amiloride, all'Idroclorotiazide e al Clorotiazide riscontrate in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000, al termine della gara UISP “41^ Pedagnalonga–Mezza Maratona”, disputata a Terracina il 27 aprile 2014, con richiesta di un anno di squalifica;

deferimento dell’atleta Cristina Caso (allo stato non tesserata) alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA per la positività al Canrenone e al Clenbuterolo, riscontrate in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000, al termine della gara di Campionato Italiano di Body Building Natural, disputata a Pescara il 1° giugno 2014, con richiesta di due anni di inibizione.

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