FIR | Concluso al CPO Giulio Onesti il raduno della nazionale U20
Si è chiuso nella mattinata di oggi il raduno della Nazionale Under 20 legato al test amichevole contro la Francia, ultimo appuntamento prima del Sei Nazioni 2023 terminato ieri sul terreno del CPO Giulio Onesti di Roma con il punteggio di 15 a 31 per i Bleus.
Con i saluti finali alla squadra, lo staff ha voluto condividere analisi e compiti per casa di qui al prossimo raduno, che vedrà il gruppo degli Azzurrini ridursi ai 26 selezionati per i primi due turni del Torneo.
“Settimana molto buona, e malgrado la sconfitta anche da questo match dobbiamo portarci a casa molte cose positive, ed un’indicazione chiarissima”, le parole del c.t. Massimo Brunello ai ragazzi. “Mi riferisco alla consapevolezza che ognuno di noi, staff compreso, deve utilizzare le prossime settimane per compiere un passo in avanti, tutti, nessuno escluso. Il focus individuale da questo momento in poi deve essere il Sei Nazioni: dare il massimo ogni giorno, in ogni allenamento, in campo, in palestra, nelle Franchigie o nei Club, sapendo che ogni minuto di lavoro servirà a costruire il nostro obiettivo a partire dal 3 febbraio”.
“Il Sei Nazioni è una competizione impegnativa, lunga, esigente”, ha proseguito il tecnico Azzurro. “In questi mesi abbiamo mantenuto la rosa molto ampia appositamente, la lista dei primi 26 non sarà quella definitiva ed ogni giocatore deve sapere che per questo gruppo, di cui fa parte a pieno titolo, riveste un’importanza fondamentale. La delusione per aver perso ieri ci sta, perché tutti vogliamo vincere naturalmente, ma quello che deve essere chiaro è che per arrivare a vincere a questi livelli bisogna essere disposti ad affrontare la cosa più difficile del mondo, fare la differenza con se stessi, e che questo non può essere insegnato, ma deve nascere dal di dentro”.
Messaggi chiari anche da parte dei due tecnici responsabili rispettivamente per i trequarti e per gli avanti. “Ognuno dei ragazzi sa esattamente nei prossimi giorni su che aspetti dovrà fare un lavoro extra, fermarsi alla fine di ogni allenamento e ripetere il gesto che sa di dover migliorare, un placcaggio, un calcio, un passaggio, un cambio di direzione”, è intervenuto Mattia Dolcetto. “Non ci sono scorciatoie, l’unica ricetta è il lavoro, sapendo di avere un intero staff a vostra disposizione per supportarli in questo processo, sempre”.
“Dobbiamo pensare che quello che è andato bene per noi sabato è quello che è andato male per la Francia”, ha aggiunto Roberto Santamaria. “Ora abbiamo venti giorni per focalizzarci mentalmente su questo, la settimana per quanto mi riguarda è stata molto positiva, il match idem, ovviamente con aspetti su cui lavorare per alzare il nostro standard, tenendo sempre a mente che in un Sei Nazioni un singolo dettaglio può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.
Anche per Massimo Zaghini, responsabile per la preparazione atletica, un’unica ricetta verso il Torneo: “C’è una ventina di giorni per lavorare su quello che fisicamente non ha funzionato dal punto di vista individuale nella risposta atletica: lo standard richiesto dal Sei Nazioni è alto, e davvero non c’è altra strada che un maniacale lavoro su se stessi per allinearsi. Ovviamente fino al raduno continueremo con un costante monitoraggio del gruppo, in accordo con gli staff di Club e Accademia, per il resto i ragazzi sanno che noi qui per qualunque dubbio o esigenza ci siamo sempre”.
Le ultime parole sono toccate al Team Manager, Andrea Saccà: “Ci aspetta un anno molto impegnativo, sette settimane complessive di Sei Nazioni, poi l’avvicinamento ai quaranta giorni del Mondiale tra Giugno e Luglio. Abbiamo già pianificato tutto per rendere il lavoro del gruppo il più efficace possibile, del resto c’è uno staff di undici professionisti il cui unico obiettivo è mettere chi veste questa maglia nella migliore condizione possibile per la sfida più importante, quella con se stessi, perché solo vincendo quella si costruisce una squadra vincente”.
(federugby.it)