LE RICADUTE DEGLI STATI DI EMERGENZA SANITARIA E BELLICA SULL’ORDINAMENTO SPORTIVO E IL PRINCIPIO DI NEUTRALITÀ DELLO SPORT di Laura Santoro

Necessaria premessa da cui prendere le mosse è il richiamo dei principi e delle regole contenuti nella Carta Olimpica e nel Codice etico del CIO che segnano la via per le brevi considerazioni che seguono.

Va ricordato in proposito che, come espressamente enunciato in apertura della Carta Olimpica, l’Olimpismo è una filosofia di vita, il cui scopo è mettere lo sport al servizio dello sviluppo armonico dell’umanità al fine di promuovere una società pacifica attenta alla conservazione della dignità umana, e per tale via lo sport viene riconosciuto come un diritto di ciascun uomo.

Parimenti il fine del Movimento olimpico, quale sommatoria di tutti gli elementi, soggettivi ed oggettivi, che concorrono alla realizzazione dell’Olimpismo1, consiste nel «contribuire alla costruzione di un mondo pacifico e migliore mediante l’educazione dei giovani attraverso lo sport in conformità ai valori dell’Olimpismo».

La missione e il ruolo del CIO, ai sensi dell’art. 2 della Carta Olimpica, comprendono, tra l’altro, il «bandire la violenza» (co. 1), «incoraggiare e supportare lo sviluppo, l’organizzazione e il coordinamento dello sport e delle competizioni sportive» (co. 2), «assicurare la regolare celebrazione dei Giochi» (co. 3), «promuovere la pace» (co. 4), «promuovere la neutralità politica e l’autonomia dello sport» (co. 5), «agire contro ogni forma di discriminazione che colpisce il Movimento olimpico» (co. 6)...

 

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