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TRONCI NICOLÒ

Genova 06.04.1905 / Genova 13.01.1986

1936. Ginnastica Artistica. 5° Concorso a Squadre, 19° p.m. Anelli, 27° Cavallo con maniglie, 31° Parallele, 39° p.m. Corpo Libero, 41° Concorso Individuale, 66° Sbarra, 85° Volteggio

Entra da adolescente in palestra, dapprima con la “Rubattino”, poi passa alla “Colombo” dove trova nell’olimpionico Lucchetti il suo punto di riferimento. Consegue i primi risultati significativi nel 1925: il 14 giugno è terzo tra gli juniores, superato da Pretelli e Bornetto, nella gara artistica del concorso ginnico di Viareggio. Il 3 ottobre 1926, ancora nella categoria giovanile, si aggiudica a Prato il tricolore, risultando il migliore anche in parallele e sbarra: tutti lo considerano una “grande promessa”. Non a caso, viene selezionato tra i “probabili olimpici” e nell’ottobre 1927 segue i primi stages a Brescia, sotto la guida di Zampori. Rimane tra i “possibili azzurri” sino all’estate del 1928, allenandosi più che gareggiando ed acquisendo esperienza fondamentale. Alla fine però viene scartato e non va ai Giochi di Amsterdam. Comunque ha qualità e può solo progredire. Il 23 settembre nel grande “Concorso della Vittoria”, disputato all’Arena di Milano, chiude quarto, sopravanzato dagli olimpionici Lucchetti, Lertora e Marovelli. È il migliore tra i giovani e si conferma talento di grande avvenire. Compie un piccolo passo indietro ai tricolori di Torino, disputati il 14 ottobre sul campo del “GS Lancia”: chiude settimo, lontano dal vincitore Neri, ma è ancora il migliore tra le nuove leve. Altrettanto accade 14 giorni dopo a Savona dove finisce quinto (primeggia Lucchetti). Stesso risultato a Busto il 25 novembre quando vincono a pari merito Neri e Lucchetti. Chiude invece al terzo posto il campionato sociale della “Colombo”, disputato il 24 dicembre, sopravanzato da Lertora e Lucchetti, suoi maestri. Nel 1929 ha un passaggio a vuoto ed il suo nome non compare mai ai primi posti. Si rivede su buoni livelli il 27 maggio 1930 nel grande concorso all’Arenaccia di Napoli dove termina settimo (vince Neri). Si ripresenta ai tricolori di Firenze, l’8 settembre, chiudendo onorevolmente sesto, ma lontano dal vincitore, il “solito” Neri. È sempre tra i migliori, certamente un ginnasta di alto livello, ma non primeggia mai. Il 17 maggio 1931 chiude all’ottavo posto la grande gara internazionale di Venezia, vinta dal finnico Savolainen. Il 12 luglio brilla a Parigi, nel concorso individuale artistico, dove termina al quinto posto: vince Monetti. Il 25 ottobre ai tricolori di Roma, valevoli come preolimpica, ottiene un buon quarto posto[1], guadagnandosi di nuovo l’inserimento nella lista dei “probabili olimpici”.

Esordisce in Nazionale il 13 dicembre a Budapest, contro i magiari: Tronci, un po’ impacciato, finisce settimo nell’individuale, vinto da Pellè, ma i nostri comunque si impongono nel computo globale, 374,90 a 374,0. Si rivede il 28 febbraio 1932 a Nizza, nel Teatro Hugo, dove si svolge una gara artistica tra liguri e francesi del sud-est: chiude buon terzo alle spalle di due olimpionici come Lucchetti e Lertora. Inevitabile fare un pensierino ai Giochi. In effetti è nella prima lista di “azzurrabili” e pure nella seconda, stilata al termine dell’apposito stage di selezione, tenuto a Roma tra il 17 e 19 marzo sotto la guida del segretario FGNI Corrias ed il CT Braglia. Sono stati scelti 12 ginnasti che continuano gli allenamenti, tenendo anche alcune applaudite esibizioni. Ma alla fine si devono scegliere sei atleti, che diventano poi sette, ma Tronci non è tra questi e deve dire addio anche a Los Angeles. Affronta quindi un lungo periodo oscuro in cui non ottiene piazzamenti di rilievo: viene puro escluso dal giro della Nazionale. Sembra quasi perduto per lo sport. Si ripresenta in buone condizioni solo il 7 ottobre 1934 ai tricolori di Genova dove torna ad emergere: chiude al 5° posto la gara artistica, vinta dal sorprendente piemontese Amedeo, mentre termina sesto il “decathlon reale” che prevede pure prove atletiche e viene dominato dal grande Neri. Si conferma il 25 maggio nella preolimpica di Asti vinta ancora dal solito Neri: chiude buon quinto ed una maglia ai Giochi stavolta non sembra impossibile. Ai tricolori di Torino, disputati il 5 e 6 ottobre e vinti da Guglielmetti, Tronci finisce sesto: se vuole Berlino, deve ulteriormente confermarsi. Vi riesce in parte 14 giorni dopo quando, a Bari, termina sesto nel “decathlon reale”: in questo contesto oltre alle prove sugli attrezzi si disputano anche gare atletiche (fune, 100, peso, asta). Entra, per la terza volta, tra i “probabili olimpici” e segue l’apposita preparazione. Il 6 maggio disputa Italia-Germania, al Teatro Lirico di Milano: i nostri, male alla sbarra, sono battuti 340,5-336,325 e Tronci compie una prova senza infamia e senza lode. Per Berlino tutto rimane in bilico. Viene comunque convocato dal CT Brombale per il ritiro collegiale preolimpico di Como dove, nella Palestra Negretti, per l’intero mese di luglio si sviluppano intensi allenamenti. Alla fine la squadra è decisa: Tronci, una volta di più, è relegato al ruolo di riserva, ma all’ultimo momento Monetti si infortuna seriamente durante un esercizio. Non può garantire la piena efficienza a breve scadenza e così proprio Tronci, una volta tanto fortunato, entra al suo posto. Il 27 luglio da Verona si parte in treno per la Germania.

Le prove di ginnastica si tengono il 10 e 11 agosto, in una sorta di teatro all’aperto, il Dietrich Eckart Freilichtbuhne, a poche centinaia di metri dall’Olympiastadion. Tronci gareggia nell’individuale la cui classifica si basa sui punteggi ottenuti nei sei esercizi previsti, obbligatori e liberi. Partecipano 111 ginnasti di 14 nazioni. Ogni nazione può schierare un massimo di otto atleti e la classifica a squadre sarà realizzata per semplice somma dei punteggi ottenuti dai migliori sei. L’oro va al tedesco Schwarzmann, argento per lo svizzero Mack e bronzo all’altro tedesco Frey. Tronci non va bene e finisce 41°, lontano undici punti dal terzo posto. Nella prova a squadre gli azzurri terminano quinti, con un totale di 615,133 punti: sono preceduti nell’ordine da Germania, Svizzera, Finlandia e Cecoslovacchia, col bronzo distante oltre 23 punti. Non certo una grande prova di squadra, discreta e sufficiente ma poco brillante rispetto al passato. Sono validi ad anelli e cavallo con maniglie, deludono alla sbarra. Si assegnano anche le medaglie per ogni attrezzo, tramite la somma dei punti ottenuti nell’esercizio obbligatorio e nel libero. Tronci sviluppa la prova migliore agli anelli, chiudendo 19° p.m. ad un punto dal podio. L’oro va al ceco Hudec, argento per lo jugoslavo Stukelj e bronzo per il tedesco Volz. Negli altri attrezzi è un mezzo disastro: se si difende a cavallo (27°), parallele (31°) e corpo libero (39° p.m.), va decisamente male nella sbarra (66°) ed al volteggio (85°) dove sbaglia molto[2]. Per Tronci, in sostanza “salvatosi” solo agli anelli, non si tratta certo di una prestazione memorabile, ma è tutta la ginnastica italiana che, dopo i fasti del passato, esce piuttosto ridimensionata da Berlino. Il 27 settembre Tronci si consola col titolo regionale ligure. Il weekend successivo è a Bologna per i tricolori dove chiude quinto (si impone Fioravanti). La sua carriera ha ormai raggiunto l’apice: nel 1937 consegue un altro quinto posto al Campionato Italiano e poi, pur rimanendo nel giro della Nazionale, non emerge più. Nel 1939 chiude al terzo posto il concorso di Torino e poi posa come modello per la statua del “Navigatore”, realizzata dallo scultore piemontese Antonio Maria Morera, ed ancora oggi visibile a Genova, nei pressi della foce del Bisagno. A 34 anni, e con la guerra di mezzo, la carriera di Tronci finisce praticamente qui.


[1] Viene superato da Lertora, Capuzzo e Lucchetti

[2] In questi attrezzi le medaglie vengono così assegnate, nell’ordine: cavallo Frey (D), Mack (CH), Bachmann (CH); parallele Frey (D), Reusch (CH) e Schwarzmann (D); corpo libero Miez (CH), Walter (CH), Frey (D) e Mack (CH); sbarra Saarvala (SF), Frey (D), Schwarzmann (D); volteggio Schwarzmann (D), Mack (CH), Volz (D)