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FORQUET Francesco d’Assisi

1928. Equitazione. 4° Gara a Squadre Concorso ad Ostacoli (con Bettoni Cazzago e Lequio di Assaba), 7° Concorso ad Ostacoli Individuale

Classe 1886, nato a Napoli, intraprende presto la carriera militare in cavalleria dove, divenuto Capitano, si segnala già nei primi anni ’10 in vari concorsi ad ostacoli. La Prima Guerra Mondiale lo vede, come molti cavalieri, diventare pilota di aerei, con frequenti incursioni in territorio nemico. Particolarmente attivo dopo Caporetto, sulla linea del Piave nell’inverno 1917-18. Per queste azioni riceve una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Terminato il conflitto, riprende a gareggiare nei concorsi, venendo pure inquadrato nelle nostre rappresentative a livello internazionale. Si dimostra cavaliere classico, dai modi eleganti e semplici, perfettamente inquadrato nella dinamica del “sistema” ideato da Caprilli e che tanta fortuna ha portato alla nostra equitazione nelle prime decadi del XX secolo. Possiede un modo di cavalcare pratico e pragmatico, senza orpelli nè sbavature, prediligendo animali leggeri ed anche non potenti: per questo spesso costituirà ottimi binomi con cavalle. Nel 1924 il CT della nostra Nazionale, il colonnello Starita, lo tiene in grande considerazione e lo convoca per i Giochi di Parigi. Forquet appare pronto e fiducioso, ma una brutta lussazione ad un piede, provocata da una caduta, lo blocca proprio nei giorni di vigilia: i Giochi sfumano. Un’altra caduta lo costringe all’inattività nell’inverno tra il 1925 e 1926, ma si ripresenta alle gare con costanza di rendimento su alti livelli. Nel 1928 è nuovamente in predicato di andare ai Giochi e stavolta vi riesce. Pare in forma ed il CT Amalfi conta molto su di lui. In effetti le “prove generali” sono ottime: montando Capinera, Forquet è nella nostra squadra che si aggiudica la “Coppa delle Nazioni” a Lucerna ed il 15 maggio, su Igea, vince a Roma il “Premio Gianicolo”. Si va ad Amsterdam con una certa fiducia. La gara olimpica del concorso ad ostacoli si svolge il 12 agosto e vi prendono parte 46 cavalieri di 16 nazioni: si svolge all’Olympisch Stadion su un percorso di 720 m, caratterizzato da 16 ostacoli che però risulta poco complicato. Difatti ben 7 cavalieri eseguono percorso netto, senza incorrere in penalità: tra loro anche un ottimo Forquet, in sella a Capinera.

Si va allo spareggio dove però Forquet si confonde, salta un ostacolo non compreso nel percorso e viene squalificato. Peccato perchè aveva le potenzialità per ottenere il podio. Servono due spareggi per giungere alle medaglie: l’oro va al ceco Ventura, in sella ad Eliot; argento per il francese Bertrand de Balanda su Papillon e bronzo allo svizzero Kuhn su Pepita. I punteggi ottenuti per la prova individuale servono anche per la classifica della gara a squadre: i nostri totalizzano12 penalità (6 a testa per Bettoni Cazzago e Lequio) e chiudono al quarto posto, il peggiore ai Giochi. L’oro premia la Spagna, argento per la Polonia e bronzo alla Svezia. Per Forquet, il migliore degli azzurri, una grande prestazione anche se è mancato sul più bello. Peccato per la “medaglia di legno” dovuta alle troppe penalità accusate dagli altri due componenti la nostra squadra. Forquet si conferma il 13 ottobre quando su Igea vince il concorso di Como. Negli anni seguenti continua a cavalcare su ottimi livelli. Nel 1929, con la fidata Capinera, è nella squadra azzurra che si aggiudica la “Coppa delle Nazioni” a Nizza, Roma e Varsavia: il 4° posto rimediato ad Amsterdam brucia ancora, ma viene in parte vendicato da questi successi. I nostri, con Forquet in prima fila in sella a Capinera, si ripetono l’anno seguente a Nizza e Roma. Forquet è un grande cavaliere e passa di vittoria in vittoria: nel 1931 primeggia a Sanremo e Nizza, ancora con Capinera. Nel 1932 chiude secondo a Sanremo, su Siberia, alle spalle di Bettoni. Ottiene pure il posto di Istruttore a Pinerolo e Tor di Quinto. Coglie il suo ultimo successo rilevante nel 1934 quando, su Nereide, è nella squadra che si aggiudica la “Coppa delle Nazioni” ad Aquisgrana. Poi continua ad insegnare ed a svolgere la carriera militare, arrivando fino al grado di Generale di Brigata. Ancora oggi viene ricordato come uno dei nostri interpreti più puri del “sistema”, tra i migliori cavalieri italiani di sempre.


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