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D’ALBERTIS Carlo Alberto

Voltri - Genova 28.07.1906 / Genova 17.04.1983

1928. Vela. 4° p.m. classe “8 metri”

dalbertis grande

Appartiene ad un’agiata famiglia genovese che ha fatto fortuna con l’industria laniera, ma che vede al suo interno anche un grande navigatore a vela, il capitano Enrico D’Albertis che ha viaggiato sui sette mari, sviluppando anche esplorazioni geografiche e scientifiche. Enrico è un prozio di Carlo Alberto, in pratica è fratello di suo nonno Domenico. Dunque sin da giovane, D’Albertis rimane affascinato dal mare e naviga a vela. Gareggia pure, nel Golfo di Genova, come socio del glorioso Regio Yacht Club Italiano, il principale promotore e precursore della vela italiana. Già a metà degli anni Venti, ancorché giovane, D’Albertis ha buona esperienza di navigazione e manovre a vela. Così quando lo stesso RYCI deve approntare la squadra azzurra per i Giochi del 1928, D’Albertis viene selezionato come membro dell’equipaggio di “Bamba”, la nostra rappresentante nella classe “8 metri”, il cui skipper è il noto Francesco Giovanelli.

Le gare olimpiche di vela si svolgono nello Zuiderzee, l’ampio braccio di mare ad Est di Amsterdam che si insinua tra i polders, con sede a Buiten. D’Albertis gareggia su “Bamba” assieme ad altri cinque velisti: oltre allo skipper Giovanelli troviamo suo figlio Guido, De Beaumont, Bruzzone e Moscatelli. Partecipano 8 imbarcazioni di altrettante nazioni. Il regolamento è semplice: 4 turni preliminari e 3 di finale. Per accedere alle finali, bisogna ottenere almeno un piazzamento nei primi tre in una regata delle eliminatorie. L’esordio degli azzurri è disastroso: il 2 agosto difatti sono costretti al ritiro nella prima regata, vinta dagli olandesi di “Hollandia”. Il giorno seguente c’è il riscatto e “Bamba” si piazza ottima seconda alle spalle dei francesi di “L’Aile VI”, a 36” di distacco. Terza regata e secondo ritiro per i nostri (rivince “Hollandia”) mentre il 5 agosto tagliano per primi il traguardo, ma sono squalificati per manovra irregolare e la vittoria passa agli svedesi di “Sylvia”. Col secondo posto nella seconda regata comunque i nostri si sono guadagnati l’accesso alle finali dove cambia il regolamento: contano difatti i piazzamenti cardinali ovvero vince chi guadagna più vittorie e, a parità, più secondi posti e così via. Si parte il 7 agosto: vince “Sylvia” e “Bamba” chiude quinta, a 6’. Il giorno seguente gli azzurri sono protagonisti di una bella regata: chiudono terzi, a 1” dagli olandesi ed a 36” dai vincitori francesi. All’ultima regata sono ammessi solo i primi tre della classifica e “Bamba” è solo quarta a pari merito coi norvegesi. Può solo assistere al trionfo dei francesi, guidati dalla mitica Virginie Hériot, che con la vittoria si assicurano l’oro davanti ad olandesi e svedesi. Per “Bamba” solo “medaglia di legno”, con qualche rimpianto perché ha dimostrato comunque di valere i migliori del mondo coi quali ha saputo rivaleggiare ad armi pari. 

 

Il “Bamba” in navigazione invernale nel Golfo di Genova. Con questa barca D’Albertis gareggia nel 1928 ai Giochi di Amsterdam