BONADÈ Umberto
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Piacenza 02.01.1909 / deceduto a Piacenza nel 1992
1928. Canottaggio. MEDAGLIA DI BRONZO “4 senza”
Sin da adolescente rema sul Po, tesserato con la “Vittorino”, i cui tecnici lo impiegano nel “4 con”. Il suo primo anno di attività seria e costante è il 1927. Il 17 luglio a Pallanza vince proprio nel “4 con” assieme a Freschi, Gennari, Rossi ed il timoniere Achilli. La stessa formazione a metà agosto, a Como, guadagna il tricolore juniores. Il 20 settembre i cinque si ripetono a Lecco ed il 6 novembre, sulle acque di casa a Piacenza, chiudono l’annata in bellezza, battendo i cremonesi della “Baldesio”. Cominciano ad essere chiamati “diavoletti” ma anche “gazzosini”, in quanto leggenda vuole che abbiano varato la loro imbarcazione non con la tradizionale bottiglia di champagne, ma con una più autarchica bottiglietta di gazzosa. Il 1928 è annata olimpica ed il quintetto ormai è affiatato e collaudato. Il 29 aprile nella prima preolimpica, a Pavia sul Ticino, sbaragliano la concorrenza. Stessa cosa il 13 maggio a Como e 14 giorni dopo a Piacenza: la convocazione olimpica è sempre più vicina. Ma c’è una piccola novità: i piacentini nei tricolori di Pallanza fanno a meno del timoniere e gareggiano nel “4 senza”, specialità olimpica. Vincono nettamente, con 18” di margine sui napoletani dell’Italia: col successo arriva anche la conferma della maglia azzurra ai Giochi. Il ritiro collegiale in vista dei Giochi viene svolto, a luglio, nella stessa Pallanza, sotto la guida degli ex campioni Scipione Del Giudice e Gaetano Caccavallo, ma Bonadè ha un problema. Una serie di foruncoli nella zona ascellare sinistra gli provoca forti dolori alla spalla. Addirittura viene “operato” per asportare il problema: non può allenarsi per diversi giorni. Parte per Amsterdam, in treno, col braccio al collo. Alla fine guarisce e rifinisce la preparazione in Olanda anche se probabilmente non sarà al meglio della condizione.
Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Bonadè, coi suoi compagni piacentini, gareggia nel “4 senza”, cui prendono parte solo 6 equipaggi di altrettante nazioni. I gazzosini volano nel primo turno, il 3 agosto, superando gli olandesi di ben 11”, nonostante l’urto con una boa, che comunque non li scompone più di tanto. Tre giorni dopo nei quarti, per sorteggio, gareggiano...da soli, in walkover come si dice in gergo, ed ottengono pure un buon tempo: un ottimo allenamento in vista della semifinale. Qui però l’8 agosto, dopo una bella gara punta-a-punta, cedono negli ultimi cento metri e perdono contro gli USA per 2”. Ma, poichè (per una stranezza del regolamento e dei turni) alle semifinali sono state ammesse solo tre imbarcazioni, gli azzurri guadagnano comunque il bronzo dietro alla Gran Bretagna ed agli stessi USA. Per i gazzosini è comunque un risultato importante: al ritorno a Piacenza è festa grande. Nel 1929 insistono: la stessa formazione olimpica, col timoniere Achilli, si aggiudica il “4con” agli Agonali di Salò il 30 maggio. Il 22 giugno i cinque vincono a Lucerna, dove il giorno dopo i piacentini si aggiudicano anche il “4 senza”, confermandosi tra i migliori armi europei. Situazione altalenante ai tricolori di Pallanza, disputati il 27 e 28 luglio: i piacentini vincono il “4 senza”...ma perchè gareggiano da soli, non trovando in pratica avversari. Li trovano invece, eccome, nel “4con”, dove Achilli torna al ruolo di timoniere: dopo un serrato duello “punta a punta”, vengono battuti dagli istriani della “Pullino”, in una bellissima battaglia tra medagliati olimpici.
I piacentini, senza timoniere, si presentano anche agli Europei di Bydgoszcz, in Polonia, disputati il 17 e 18 agosto: vincono alla grande l’oro, con ben 8” di margine sugli olandesi, in una gara senza storia. Col timoniere Achilli invece vincono il 22 settembre nelle acque di Villa Olmo a Como. Se ne riparla il 25 maggio 1930 ad Orbetello: Bonadè, con gli stessi compagni della “Vittorino”, si aggiudica il “4 senza”. I quattro si ripetono a Parigi, sulla Senna, nel triangolare Francia-Italia-Belgio, che gli azzurri si aggiudicano alla grande. Poi trionfano anche a Lucerna il 21 e 22 giugno: si impongono sia nel “4 con” (col timoniere Achilli) che nel “4 senza”, in entrambe le occasioni con diversi secondi di margine sugli svizzeri di Biel. Affrontano da favoriti il “4 senza” dei tricolori di Salò, il 26 e 27 luglio, ma si sviluppa un colpo di scena: in ritardo nella finale rispetto alla “Pullino”, si scompongono, sbagliano traiettoria ed un loro remo colpisce la prua dell’armo istriano, che si ferma. La giuria decide di far ripetere la prova, ma la “Pullino” si rifiuta. La “Vittorino” gareggia da sola e vince: il tricolore è suo tra mille polemiche. Ciò consente la partecipazione al “4 senza” degli Europei di Liegi: i piacentini dominano, vincendo l’oro con 8” di margine sugli svizzeri. A fine stagione Bonadé passa sull’otto ed il 22 settembre vincono a Lecco. Il “4 senza” comunque rimane un armo di massima grandezza anche se Freschi viene sostituito da Galli: i quattro, con Bonadé, vincono a Lucerna il 14 giugno 1931 mentre il 3 luglio sono battuti dal RC London nella prestigiosa “Stewards Cup” a Henley. Il 26 luglio non hanno soverchie difficoltà a conquistare il tricolore del “4 senza” a Como. Si presentano agli Europei, disputati a Suresnes sulla Senna, da favoriti, ma alla vigilia, in allenamento, vengono clamorosamente speronati dal “due senza” azzurro che sbaglia manovra: la barca è sfasciata e per la gara ottengono quella dell’Aniene, cui evidentemente non sono abituati. Nella batteria del 14 agosto vanno in difficoltà, non tengono la rotta, rimangono impigliati nelle alghe e finiscono terzi su tre, alle spalle di Svizzera e Francia, venendo eliminati. La bella storia dei gazzosini finisce praticamente qui: non otterrano difatti più risultati rilevanti. Rimangono comunque tra gli armi più titolati nella storia del nostro canottaggio.