Sei campioni olimpici tra i 60 azzurri ai Mondiali di Eugene. DT La Torre: “Spero che le posizioni raggiunte si trasformino in risultati”
I Mondiali di Eugene, in Oregon (Stati Uniti), iniziano domani e si concluderanno il 24 luglio. Saranno impegnati in gara 60 azzurri (29 uomini e 31 donne). Della squadra italiana fanno parte sei campioni olimpici di Tokyo 2020: l’oro dei 100 metri e della 4x100 Marcell Jacobs, l’oro del salto in alto Gianmarco Tamberi, il marciatore Massimo Stano che gareggerà nella 35 km e gli staffettisti Filippo Tortu (200 e 4x100), Fausto Desalu (200 e 4x100) e Lorenzo Patta (4x100). Toccherà proprio ad uno di loro scendere in pedana da subito. Due e trenta è la misura di qualificazione diretta fissata per il salto in alto, la prima gara con azzurri a questi Mondiali, che si disputerà nel tardo pomeriggio italiano di venerdì (alle 19.10), quando in Oregon saranno le 10.10 di mattina: in pedana ci sarà il campione olimpico Gianmarco Tamberi e l’altro saltatore azzurro Marco Fassinotti per entrare tra i migliori dodici che si contenderanno il titolo nella notte italiana tra lunedì 18 e martedì 19.
Il Mondiale accende l’umore di Gianmarco Tamberi. Il capitano, olimpionico a Tokyo, andrà a caccia dell’unico sogno non ancora divenuto realtà: l’oro mondiale outdoor. “Con la maglia azzurra addosso mi trasformo – le parole di Gimbo – e non sento più nulla, nemmeno il fastidio che mi ha accompagnato in queste settimane alla gamba di stacco. Che cos’è? In poche parole, è l’irritazione di un nervo del retto femorale: come uno spillo, che mi impedisce di rimanere decontratto. Ma non ci penserò, ormai ho accettato il dolore, voglio solo concentrarmi sul mio salto, senza pensare ad altro. Ho fatto di tutto per risolvere, anche spostare la mia partenza per gli Stati Uniti, e devo ringraziare la Federazione per avermi supportato in tutto. È emerso tutto a Ostrava, quando ho saltato 2,30, ed oggi mi sento più forte che in occasione di quella gara”.
Nel complesso, è massiccia la presenza italiana nel day 1 della rassegna iridata, con 21 atleti iscritti, tra cui la staffetta 4x400 mista che andrà in pista alle 20.45: azzurri nella batteria di ferro con i campioni olimpici della Polonia, gli Usa di Allyson Felix, l’Olanda e la Gran Bretagna (avanti in tre più due tempi). La prima gara su strada dei Mondiali americani comincia alle 22.10: è la 20 km di marcia con Valentina Trapletti e Nicole Colombi. Alle 22.30, ad Hayward Field, è il momento del gruppo B di qualificazione del martello femminile (73,50 per la “Q” maiuscola): iscritta anche l’azzurra Sara Fantini.
Nella sessione pomeridiana della prima giornata, quando in Italia sarà già notte (tra venerdì e sabato), tocca ancora ai marciatori: 20 km per Francesco Fortunato e Gianluca Picchiottino con start a mezzanotte e dieci. Alle 2.15 le batterie dei 3000 siepi con Ahmed Abdelwahed (insieme al marocchino oro olimpico El Bakkali, via libera per i primi 3, più 6 tempi di recupero delle tre batterie) a caccia di un’altra finale dopo aver centrato quella dei Giochi di Tokyo. Cinque minuti più tardi, inizia l’assalto di Roberta Bruni ed Elisa Molinarolo nella qualificazione dell’asta: pass decisamente impegnativo (4,65) altrimenti bisogna restare tra le dodici. I 1500 metri al femminile propongono tre azzurre (dalle 3.10) con l’obiettivo della semifinale: Gaia Sabbatini nella prima batteria, Sintayehu Vissa nella seconda, Federica Del Buono nella terza (formula 6+6).
L’ora “x” alle 3.50 della notte: c’è la batteria dei 100 metri con il campione olimpico Marcell Jacobs e con l’altro sprinter azzurro Chituru Ali. La composizione sarà nota soltanto dopo il turno preliminare della mattinata di Eugene. Missione semifinale, in programma nella notte italiana tra sabato e domenica. Alle 3.55 vanno in pedana i due pesisti Nick Ponzio e Leonardo Fabbri: 21,20 per cogliere la finale diretta. È la finale della staffetta mista alle 4.50 ad assegnare il primo titolo in pista, con l’eventuale presenza degli azzurri in caso di qualificazione nella batteria della mattina americana.
“È un Mondiale complesso”. Non usa giri di parole, Antonio La Torre. Il DT delle Squadre Nazionali azzurre è cosciente delle difficoltà che hanno contraddistinto la viglia iridata della squadra azzurra. “Ci siamo arrivati con qualche acciacco di troppo – prosegue, alludendo ai tanti azzurri protagonisti a Tokyo meno di un anno fa, e oggi ai box -. Senza mettere le mani avanti, atleti come De Grasse, Gardiner, Warholm, hanno avuto le stesse difficoltà: segno che non è facile passare indenni rispetto al rischio di infortuni, e senza dimenticare che nessuno lo fa mai apposta, a farsi male... A livello generale, tornando a parlare di noi, ciò che mi aspetto da molti dei ragazzi è vedere se le posizioni che hanno raggiunto nel ranking mondiale, alcune molto intriganti, si trasformeranno in risultati in gara”.
Accanto al DT, due degli uomini simbolo dell’atletica azzurra, Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi: “Voglio ringraziarli, perché in virtù di quel che hanno fatto lo scorso anno, avrebbero potuto benissimo prendersi un anno sabbatico. E invece sono qui entrambi, pur con i problemi che hanno caratterizzato il loro percorso. Sono due condottieri, che mi auguro riescano ad ispirare, con il loro coraggio, la squadra ed i tanti giovani che ne fanno parte: vedremo quindi se la Sabbatini potrà raggiungere la finale dei 1500 metri, o se Dallavalle confermerà tutto ciò che di buono si dice di lui ormai da più parti nel mondo. A livello di numeri, siamo 60, ma avremmo potuto essere 82, considerato quanti hanno maturato il diritto di vestire la maglia azzurra”.