Nedo Nadi è ancora primo nel fioretto ma deve ringraziare un azzurro Speciale
Che giornata quel 18 agosto del 1920. Nedo Nadi, reduce dal trionfo nella prova a squadre, conquistò il suo secondo titolo olimpico nella prova individuale di fioretto. Una finale al cardiopalma, che consentì allo schermidore livornese di confermare, otto anni dopo, il successo già ottenuto a Stoccolma.
Avviato alla scherma dal padre Giuseppe, maestro d’armi e fondatore dello storico Circolo Scherma Fides Livorno (in cui si formò con il fratello minore Aldo), vinse il suo primo torneo internazionale nel 1909 a Vienna, con la conquista della Coppa dell’Imperatore. Nel 1912, a sorpresa, fu il grande protagonista dei Giochi Olimpici di Stoccolma, dove si laureò campione olimpico con sette vittorie e nessuna sconfitta, battendo in finale il connazionale Pietro Speciale - di vent’anni più grande di lui - e l’austriaco Richard Verdeber. Divenne così il più giovane schermidore a vincere una medaglia d’oro, che rimase anche l’unica conquistata nella scherma.
La Grande Guerra, però, interruppe la sua grande ascesa. Si arruolò nel Reggimento Cavalleria Alessandria e fu decorato con due medaglie al valore, rischiando anche la corte marziale, per aver fraternizzato con un prigioniero austriaco, che riconobbe per averlo incontrato anni prima sulle pedane della scherma. Al termine del conflitto riprese ad allenarsi con determinazione e già nel 1919 ritornò al successo aggiudicandosi il torneo di fioretto individuale ai Giochi Interalleati di Joinville-Sur-Pont, una specie di Olimpiade riservata agli atleti militari degli Stati usciti vincitori dal primo conflitto mondiale.
I Giochi della VII Olimpiade di Anversa, rappresentavano un obiettivo fondamentale, non solo per l’atleta Nadi, ma anche per il suo ruolo di selezionatore della squadra italiana di scherma. La prova di fioretto individuale si disputò in due giornate. Il 17 agosto, nei giardini di Palazzo Egmont, gli schermidori affrontarono due prove di qualificazione.
Nella prima prova, i concorrenti furono suddivisi in otto gironi, che qualificavano i primi tre classificati di ognuno. Nedo Nadi, inserito nel secondo girone, si qualificò insieme al francese Georges Trombert - sette vittorie e una sconfitta - seguiti dal cecoslovacco Viliam Tvrzský con due sconfitte. Il fratello Aldo, Abelardo Olivier e Federico Cesarano, invece, vinsero rispettivamente il terzo, quarto e quinto girone. Nel turno successivo, quindi, il regolamento prevedeva quattro gironi con sei atleti: i primi tre di ogni poule si sarebbero qualificati per la finale. Nedo Nadi vinse il suo girone con cinque vittorie, davanti all’azzurro Oreste Puliti (4/1) e al francese Roger Ducret (3/2). Buona la prova anche di Aldo Nadi, che nel girone due si qualificò ex-equo con il francese Philippe Cattiau.
Il giorno successivo si disputò la finale a dodici, con ben cinque italiani in gara. Una maratona tesa e sfiancante, che avrebbe premiato la tecnica, ma soprattutto la resistenza alla stanchezza. Gli avversari da battere erano indubbiamente i francesi, che già nella prova a squadre avevano messo a dura prova gli azzurri, in particolare Nedo Nadi, sconfitto da Gaudin. la Francia, che non aveva partecipato alle prove di scherma di Stoccolma (in quanto non condivise alcune regole), ad Anversa era arrivata determinata a conquistare il maggior numero di medaglie per riappropriarsi della sua antica leadership.
L’assenza del “diavolo bianco”, Lucien Gaudin, fermato da un pestone all’alluce destro nella prova a squadre, poteva rappresentare un vantaggio per gli azzurri. Nedo Nadi, di contro, rischiò di non poter bissare il suo secondo oro. Dopo aver sconfitto nettamente Cattiau, perse con l’altro transalpino Ducret, che si portò ad un passo dal trionfo: con un successo, infatti, sarebbe salito sul gradino più alto del podio in virtù della differenza di stoccate. Nedo Nadi chiuse la sua prova con 10 vittorie ed una bruciante sconfitta, che sapeva avrebbe potuto togliergli l’alloro olimpico
Si rintanò nel suo angolo ed iniziò a piangere. A Ducret bastava superare l’azzurro Pietro Speciale - in coda alla classifica - per laurearsi campione. Sembrava una semplice formalità, ma quello che successe ebbe dell’incredibile Il 43enne palermitano non concesse scampo al francese, che non solo perse l’assalto, ma dovette accontentarsi della medaglia di bronzo. Per Nedo Nadi fu un trionfo, con ventidue vittorie e due sole sconfitte si aggiudicò il suo secondo oro. Ma quello fu solo l’inizio