Malagò chiude gli Stati Generali: CONI al centro della vita del Paese
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha chiuso - insieme a Paola Severino e a Gianni Letta - i lavori degli Stati Generali dello Sport italiano. Il Presidente ha voluto ringraziare i qualificati relatori per il loro contributo e lo staff - coordinato da Diana Bianchedi - che si è occupato dell'organizzazione. "Siamo orgogliosi di aver creato questo evento, capace di riunire gli stakeholder del nostro mondo e di sviluppare argomenti nevralgici per il futuro, in modo non autoreferenziale. Ogni intervento è stato autonomo e siamo felici siano emerse le attività portate avanti con passione, coraggio e spirito di iniziativa dall'Ente. Negli ultimi anni abbiamo razionalizzato la macchina del CONI - attraverso Coni Servizi - risparmiando notevolmente e incrementando sensibilmente i ricavi con il marketing, aspetto che ci ha permesso di crescere nonostante non sia arrivato un euro di contribuzione in più. C'è soddisfazione per i risultati raggiunti a livello istituzionale, dalla giustizia sportiva all'antidoping - con il riconoscimento della terzietà di NADO Italia - le iniziative con i Ministeri per il sociale e con il MIUR per lo sport a scuola, senza dimenticare i Centri di Preparazione Olimpica che sono quasi irriconoscibili, grazie agli interventi effettuati, ma ora per sostenerli serve l'aiuto degli stakeholder. Mi rendo conto che alla Federazioni servano sempre più risorse per fare attività e quindi bisogna lavorare per crescere. Penso alle realtà che hanno chiuso in perdita, investendo - come il ciclismo - per raggiungere risultati straordinari. Vorremmo avere la responsabilità di rispondere a molte istanze che ci arrivano dal Paese, ma a volte non ci competono. Il CONI però vuole stare al centro della vita sportiva, economica, sociale del Paese: per fare questo bisogna anche trovare ulteriori risorse. Ringrazio gli atleti che hanno vinto tanto e che ci preparano a nuove sfide. Oggi c’è un’attenzione crescente delle aziende nei confronti del nostro mondo, c’è una grande domanda, e si vede lo sport anche come opportunità occupazionale post carriera. Non a caso l’applauso più fragoroso è stato quello per Niccolò Campriani, per l’esperienza che ha saputo vivere e raccontare. In 5 anni ha vinto 3 ori e un argento olimpici, Ieri Alleva ci ha detto che chi smette di fare sport, in una certa fascia di età, lo fa per motivi di studio. Niccolò ci ha detto che invece è stato proprio il connubio sport-lavoro a permettergli di alimentare la passione per il movimento agonistico".
Paola Severino, rettore della Luiss: “E’ stato un approfondimento importante per la capacità di aver saputo mettere insieme tante tematiche, esperimento straordinariamente efficace. La LUISS ieri ha celebrato la festa dello sport, e siamo felici perché ha esaltato l’importanza del movimento. Credo che la managerialità rappresenti un aspetto fondamentale, l'aspetto formativo è nevralgico e valorizza ancora di più i contenuti di un movimento straordinario".
Gianni Letta: “Sono stati due giorni di grande interesse, orientati alle riforme con momenti di alta cultura. Dobbiamo dare atto a Malagò, Fabbricini e Bianchedi, hanno fatto opera civica di grande importanza. Nei 5 cerchi hanno riassunto i problemi dello sport, c’era una densità di difficoltà e una qualità di relatori che ha permesso di sviluppare dibattiti di grande livello. Malagò non ha parlato solo agli sportivi ma ha proiettato lo sport nella sua cornice sociale, ogni intervento era orientato in questa direzione. Lo sport è una cosa bellissima ma è molto di più: è una delle componenti che può fare la differenza, che può trascinare il Paese perché ha una capacità dinamica di proporsi come modello. Indica la strada giusta per la ripresa. Malagò ha ricordato come nella nostra Costituzione non c’è la parola sport ma anche ha aggiunto che non c’è la parola scuola nello Statuto del CONI. Le istituzioni devono essere sensibilizzate per valorizzare sempre di più lo sport. Per questo sono importanti le riforme. L’esempio del quadro valoriale dello sport, come ricordato dal generale Gallitelli, è decisivo. La parola autonomia è santa, deve essere difesa dalla politica stessa, e sta più nella volontà che nelle norme scritte. Tutte le riflessioni hanno un valore che supera questo orizzonte e deve essere fattore di riflessione istituzionale per le proposte che sono state avanzate. Un richiamo forte al valore che lo sport nell’ambito di una comunità".