La rinascita dopo la guerra. Tante novità nella cerimonia d’apertura: sfilano gli azzurri
L’Europa ferita dalla guerra, alle prese con una difficile ricostruzione, tra sofferenze e sacrifici, fece da corollario ai Giochi della VII Olimpiade. I valori dello sport contro l’immane tragedia causata da un conflitto assurdo, rappresentarono la rinascita, la voglia di ripartire dopo un periodo buio che aveva portato morte e devastazione. La scelta di Anversa quale sede dei Giochi Olimpici del 1920 arrivò un po’ a sorpresa, il Belgio aveva subito ingenti danni e buona parte delle sue città erano da ricostruire, ma quella scelta ebbe un alto valore simbolico.
La Grande Guerra colpì indiscriminatamente anche il mondo dello sport, che pagò a caro prezzo la malvagità umana. Almeno 115 atleti, in gara tra il 1896 ad Atene e il 1912 a Stoccolma, persero la vita nei combattimenti e lo stesso movimento olimpico fu costretto, suo malgrado, a non far disputare la VI edizione dei Giochi in programma a Berlino nel 1916. Il CIO, all’unanimità, ufficializzò la scelta della città fiamminga - a scapito di Lione - nella sessione dell’8 aprile 1919 a Losanna, mentre il Comitato Organizzatore, in poco più di un anno, riuscì nell’impresa di pianificare la manifestazione, stabilendo una sorta di primato.
I Giochi si disputarono dal 14 agosto al 12 settembre 1920, con il prologo di una settimana (dal 23 al 30 aprile) dedicato ai tornei olimpici di hockey e pattinaggio su ghiaccio. Ventinove i paesi partecipanti, per un totale di 2664 atleti (2587 uomini e 77 donne), impegnati in 155 gare afferenti a 25 discipline sportive. Furono escluse Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia, uscite sconfitte dalla guerra, mentre, la Russia, seppur invitata a partecipare, non volle aderire. Ci fu spazio per nuovi sport, quali l’hockey su prato, il pattinaggio di velocità su ghiaccio e lo sci di fondo, che poi non si disputò, così come il golf che rinunciò all’ultimo.
La maratona fu confermata nonostante le tristi vicissitudini di Dorando Pietri a Londra 1908 e la tragica morte del portoghese Francisco Lazáro a Stoccolma 1912. Notevolmente corposo, quindi, il programma di tiro, con ben 21 prove al Beverloo Camp (a 75 km da Anversa), che fece storcere il naso a più di qualcuno, con la stampa che scrisse: “Ad Anversa si è sparato più che a Verdun”. Ostenda, inoltre, fu designata quale sede per la vela e il polo.
Il 14 agosto 1920, preceduta dall’omelia del cardinale Mercier nella Cattedrale di Nostra Signora, si svolse, al Kielstadion, la cerimonia di apertura. Re Alberto I°, con la Regina e i figli, fu accolto dall’allora Presidente del CIO, Pierre de Coubertin e dal Conte Henri de Baillet-Latour, tra i principali promotori della candidatura belga con il Barone Edouard de Laveleye. La sfilata degli atleti, in rigoroso ordine alfabetico francese, fu preceduta da un colpo di cannone. L’Australia fece il suo ingresso per prima e, come da tradizione, i padroni di casa del Belgio entrarono per ultimi. L’Italia sfilò per la prima volta con la divisa azzurra, in omaggio ai colori di Casa Savoia, con lo schermidore livornese Nedo Nadi in veste di portabandiera.
La squadra era composta da 161 uomini, ma soprattutto da una donna, Rosetta Gagliardi, la cui presenza segnò una tappa fondamentale per la storia dello sport nazionale. Fu la prima donna italiana a partecipare ad un’Olimpiade. Al termine della dichiarazione di apertura dei Giochi da parte del Re, la cerimonia proseguì con alcune novità introdotte proprio in occasione dei Giochi di Anversa. Una serie di prime volte. Sul pennone salì la bandiera olimpica a cinque cerchi, cui seguì il volo delle colombe come simbolo della pace, con la benedizione del Cardinale che fece da preludio al giuramento olimpico, letto dallo schermidore Victor Boin.
Il testo fu scritto da de Coubertin e nella sua versione originale recitava: “Noi giuriamo che prenderemo parte ai Giochi Olimpici in uno spirito di cavalleria, per l’onore del nostro paese e la gloria dello sport”. Non solo, ci fu anche l’introduzione dell’alfiere locale, con il nome del paese, davanti al rappresentante designato della nazione che portava la bandiera. Una serie di innovazioni entrate a far parte a pieno titolo del protocollo ufficiale e che hanno contribuito nel corso di questo secolo a rafforzare la consapevolezza che quei sacrifici che la guerra aveva imposto, potevano essere superati con la grande passione per lo sport, nel nome dei valori olimpici.
Le medaglie degli azzurri ai Giochi di Anversa 1920:
Ugo Frigerio Oro – Atletica: marcia 3.000 m
Ugo Frigerio Oro – Atletica: marcia 10.000 m
Pietro Annoni, Erminio Dones Argento - Canottaggio doppio
Ciclismo: inseguimento squadre 4.000 m Oro - Arnaldo Carli, Ruggero Ferrario, Primo Magnani, Franco Giorgietti
Ginnastica: concorso generale a squadre Oro - Pietro Bianchi, Giuseppe Domenichelli, Carlo Fregosi, Francesco Loi, Lorenzo Mangiante, Paolo Salvi, Giorgio Zampori, Angelo Zorzi, Arnaldo Andreoli, Ettore Bellotto, Fernando Bonatti, Luigi Cambiaso, Luigi Contessi, Luigi Costigliolo, Carlo Costigliolo, Roberto Ferrari, Romualdo Ghiglione, Ambrogio Levati, Vittorio Lucchetti, Luigi Maiocco, Ferdinando Mandrini, Antonio Marovelli, Michele Mastromarino, Giuseppe Paris, Ezio Roselli, Giovanni Battista Tubino
Giorgio Zampori Oro - Ginnastica concorso generale individuale
Ernesto Ambrosini Bronzo – Atletica: 3000 m siepi
Valerio Arri Bronzo – Atletica: Maratona
Edoardo Garzena Bronzo – Pugilato: cat. piuma
Scherma: fioretto a squadre Oro - Nedo Nadi, Baldo Baldi, Tommaso Costantino, Aldo Nadi, Abelardo Olivier, Oreste Puliti, Pietro Speciale, Rodolfo Terlizzi
Scherma: sciabola a squadre Oro - Nedo Nadi, Baldo Baldi, Aldo Nadi, Oreste Puliti, Dino Urbani, Federico Cesarano, Francesco Gargano, Giorgio Santelli
Scherma: spada a squadre Oro - Nedo Nadi, Tommaso Costantino, Aldo Nadi, Abelardo Olivier, Antonio Allocchio, Tullio Bozza, Giovanni Canova, Andrea Marrazzi, Paolo Thaon de Revel, Dino Urbani
Nedo Nadi Oro – Scherma: fioretto individuale
Nedo Nadi Oro – Scherma: sciabola individuale
Aldo Nadi Argento – Scherma: sciabola individuale
Tommaso Lequio di Assaba Oro - Sport Equestri Gran Premio Nazioni
Sport Equestri: completo a squadre Argento - Giulio Cacciandra, Ettore Caffaratti, Garibaldi Spighi
Sport Equestri: salto ostacoli a squadre Bronzo - Giulio Cacciandra, Ettore Caffaratti, Alessandro Alvisi, Carlo Asinari
Ettore Caffaratti Bronzo - Sport Equestri: completo individuale
Alessandro Valerio Argento - Sport Equestri: Gran Premio Nazioni
Filippo Emanuele Bottino Oro - Sollevamento pesi: cat. Massimi
Giuseppe Tonani Bronzo - Tiro alla fune
Pietro Bianchi Argento - Sollevamento pesi: cat. medi
Guido De Filip, Ercole Olgeni, Giovanni Scatturin Oro – Canottaggio: 2 con