Impresa del Dream Team di fioretto: le azzurre al terzo oro consecutivo. La scherma è a quota 100
Il 23 settembre del 2000 le fiorettiste azzurre entrarono nella storia aggiudicandosi il terzo titolo olimpico consecutivo nella prova a squadre. Sulle pedane dell’Exhibition Complex di Sydney, le jesine Giovanna Trillini e Valentina Vezzali, insieme alla milanese Diana Bianchedi, non solo dominarono il torneo, ma conquistarono la centesima medaglia olimpica della scherma italiana, un risultato mai raggiunto in nessun’altra disciplina.
La prima medaglia fu conquistata nel 1900, ai Giochi di Parigi, per mano di Antonio Conte nella sciabola individuale. Le fiorettiste azzurre erano le grandi favorite alla vigilia del torneo, in quanto campionesse uscenti e grandi protagoniste nella prova individuale con l’oro della Vezzali e il bronzo della Trillini. La Bianchedi, invece, non aveva potuto gareggiare nella prova a squadre di Atlanta (dove fu schierata Francesca Bortolozzi), a causa di un grave infortunio al tendine d’Achille patito nel corso dell’individuale.
Le avversarie da battere erano le campionesse del mondo della Germania (prime a Seul nel 1988 proprio a spese dell’Italia e poi argento e bronzo rispettivamente a Barcellona 1992 ed Atlanta 1996) e la giovane e talentuosa Polonia. Sulla carta c’era anche la Romania (argento e bronzo nelle ultime due edizioni), che, però, non riuscì a formare la squadra.
Nove le squadre iscritte alla competizione. Ai quarti di finale l’Italia affrontò l’Ucraina (Liudmyla Vasylieva, Olena Koltsova, Olha Leleiko), che si qualificò superando per 45 a 35 il Canada nell’unico match preliminare. Le azzurre s’imposero per 45 a 39 senza mai dare l’impressione di soffrire le avversarie. Nelle altre sfide, molto più equilibrate, Stati Uniti, Polonia e Germania ebbero la meglio su Ungheria, Cina e Russia.
Senza storia anche le semifinali. L’Italia vinse per 45 a 38 sugli Stati Uniti (Ann Marsh, Iris Zimmermann, Felicia Zimmermann), centrando così la quarta finale olimpica consecutiva; mentre, la Polonia, superò ancor più nettamente la Germania per 45 a 34. Nella finale per il bronzo, poi, le tedesche Sabine Bau, Rita König e Monika Weber-Koszto s’imposero di misura per 45 a 42 sulle statunitensi.
Nella finalissima le azzurre si trovarono di fronte le polacche Sylwia Gruchala, Magdalena Mroczkiewicz, Anna Rybicka e Barbara Wolnicka-Szewczyk, che l’anno prima, ai Mondiali di Seul, le avevano eliminate ai quarti di finale. I primi due assalti furono complicati, con le vice campionesse del mondo che misero in difficoltà prima la Bianchedi e poi un’incredula Vezzali.
Nel terzo assalto, tuttavia, la Trillini, con esperienza e classe, riportò l’Italia avanti, dando grande fiducia alle compagne di squadre. La Bianchedi allungò sul 25-23, seguita dalla Vezzali, che chiuse con quattro stoccate di vantaggio (30-26) il suo assalto. Nell’ottava manche la Trillini dovette contenere il ritorno della Mroczkiewicz, che riportò a due lunghezze la Polonia: 35-33. Nell’ultimo assalto, quindi, la Vezzali fece qualcosa di incredibile con la malcapitata Gruchala, che subì un parziale di 10 a 3!
A bordo pedana, il C.T. Andrea Magro e le due compagne assistettero alla straordinaria prova di forza della campionessa olimpica, che chiuse l’incontro sul 45 a 36, prima di essere travolta dall’abbraccio della squadra. Vezzali, Bianchedi e Trillini cantarono a squarciagola l’Inno di Mameli, sventolando poi un tricolore con la scritta. “Scherma, 100 medaglie olimpiche”.E' la leggenda del Dream Team.