Alessandra Sensini spettacolare: cade, soffre e vince la medaglia d’oro nella classe Mistral
Il 24 settembre del 2000 entrò a pieno titolo nella storia dello sport italiano per la prima medaglia d’oro di una donna nella vela. Alle sette e quarantacinque di quell’incredibile domenica, Alessandra Sensini si laureò campionessa olimpica nella classe Mistral coronando il suo grande sogno a cinque cerchi.
L’amore per il mare di papà Goffredo e la passione per quella disciplina ancora poco conosciuta in Italia da parte delle sorelle Irene ed Eleonora, la spinsero, a dodici anni, a salire su quella tavola con vela su cui vivrà anni di intense emozioni. Nel 1983 si classificò al secondo posto ai Giochi della Gioventù di Bracciano, in una gara mista maschi/femmine, facendo già intravedere le sue innate qualità. Nel 1985 vinse il suo primo titolo italiano juniores a soli 15 anni e da quel momento farà incetta di tutti i tricolori che la vedranno impegnata in gara. L’esordio internazionale è datato 1987 con il terzo posto ai Mondiali di Manly Beach, mentre il primo successo iridato arrivò due anni dopo in Texas.
E proprio da quel giorno iniziò un’ascesa inarrestabile, che la portò alla sua prima partecipazione olimpica. Ma a Barcellona, nel 1992, arrivò, invece, una grande delusione. Si classificò settima, dopo essere stata a lungo in zona medaglie. Quattro anni dopo ad Atlanta, con un bagaglio d’esperienza maggiore, si aggiudicò la medaglia di bronzo, preceduta solo dall’australiana Barbara Kendall e dalla neo campionessa di Hong Kong, Lee Lai Shan.
L’ingresso nel nuovo Millennio, però, le portò nuova linfa. Nel 2000 si aggiudicò non solo l’Europeo di Cadice, ma anche il Mondiale di Mar del Plata, dove si lasciò alle spalle proprio la Lee Lai Shan. Si presentò quindi tra le favorite ai Giochi della XXVII Olimpiade di Sydney.
A Rose Bay, nella prova della classe Mistral femminile, le ventinove atlete in gara dovevano affrontare undici regate in una settimana, con la possibilità di scartare i due risultati peggiori. Una sfida massacrante, che l’azzurra affrontò con grande tenacia ed intelligenza, conscia della sua forza e del valore delle avversarie. Tre le veliste che si giocarono le medaglie sin dalla prima giornata di gare: la Kendall, oro a Barcellona 1992 e argento ad Atlanta 1996; la tedesca Amelie Lux e la Sensini.
Nei primi tre giorni si disputarono quattro regate, con le tre contendenti che monopolizzarono la classifica: leadership per la Lux con quattro lunghezze di vantaggio sulla Sensini e cinque sulla Kendall. Nel quarto giorno di gare, complicato dal vento, la Sensini vinse la quinta regata, ma si dovette accontentare del quarto posto nella sesta, dove sbagliò, ma comunque poi scartò quel risultato. La Lux mantenne il comando, con la grossetana a tre lunghezze e la Kendall a sette.
Il 21 settembre, però, la Sensini con un primo e secondo posto, rispettivamente nella settima ed ottava regata, si portò ad una sola lunghezza dalla tedesca. Il giorno successivo, quindi, la velista azzurra s’impose nella nona regata; mentre la Kendall fece sua la decima, con la Sensini dodicesima, risultato sfavorevole che verrà eliminato. Tutto venne quindi rimandato all’ultima e decisiva regata, con la trentenne di Marina di Grosseto obbligata ad arrivare davanti alla Lux per poter conquistare il primo posto. La Sensini partì davanti, ma la tedesca recuperò approfittando di un momento sfortunato dell’azzurra, che entrò in un buco di vento, riuscendo comunque a recuperare.
Le due avversarie si ritrovarono testa a testa in un finale straordinario. Ad un certo punto la Sensini cadde in acqua e il sogno olimpico sembrò svanire. Ma quando tutto sembrava perso, recuperò di bolina e s’involò verso la gloria con un incredibile cambio di marcia, difendendo con le unghie e con i denti il minimo vantaggio strappato alla penultima boa. Sette secondi di vantaggio per un meritato trionfo che negli ultimi metri sembrava non arrivare mai, ma che divenne una splendida realtà quarantotto anni dopo il successo di Tino Straulino e Nico Rode ad Helsinki.
Il mare non solo abbracciò quell’adolescente diventata donna, ma le volle bene premiandola con quell’oro tanto desiderato, quanto meritato. Al mare Alessandra Sensini resterà legata ancora per molto. Continuerà la sua carriera agonistica partecipando ad altre tre edizioni olimpiche (Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012) collezionando in totale 1 oro, 1 argento e 2 bronzi oltre a 6 titoli Mondiali e 5 Europei.
Terminata l’attività agonistica resterà un riferimento importante per la sua disciplina, dove è attualmente Direttore tecnico del Settore Giovanile e Vicedirettore tecnico Nazionale della Federazione Italiana Vela. Lo sport italiano le riconoscerà anche il ruolo dirigenziale, eleggendola nella Giunta Nazionale CONI, dove è Vice Presidente dal 2017.