Addio Gianni Mura, campione del giornalismo che raccontava lo sport e i fuoriclasse. Il ricordo di Malagò
Il mondo dello sport piange la scomparsa di Gianni Mura, storico giornalista de "La Repubblica". Mura si è spento questa mattina all'ospedale di Senigallia (Ancona) all'età di 74 anni. Nato a Milano nel 1945, ha scritto pagine memorabili sullo sport degli ultimi decenni, dal calcio al ciclismo. Tra i tanti libri, nel 2007 scrisse il suo primo romanzo, "Giallo su giallo", vincitore del Premio Grinzane: è stato tra i più grandi narratori del Tour de France.
Nel 2011 venne insignito - nell'ambito dei Concorsi Letterari e Giornalistici promossi annualmente dal Comitato Olimpico Nazionale - del Premio CONI "Una penna per lo Sport", alla memoria di Giorgio Tosatti, come tributo all’intera opera professionale compiuta nel corso della sua carriera.
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, a nome personale e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, intepretando i sentimenti dell'intero mondo sportivo, si stringe al cordoglio della famiglia e della redazione de "La Repubblica" per la scomparsa di un 'gigante' del giornalismo, che ha saputo raccontare il movimento con la sua classe e la sua impareggiabile bravura.
Questo il ricordo del Presidente:
"Ci hai donato poesia pura, traslandola sul ‘tuo’, nostro mondo. Oggi hai voluto riservarci un dolore immenso, tanto difficile da raccontare che, forse, avresti fatica anche tu, caro Gianni. Tu che con le parole hai sempre disegnato arcobaleni e descritto sogni, riuscendo a decodificare con la scrittura anche quello che le sensazioni più intime raccontano solo al cuore. Te ne sei andato in punta di piedi, in un attimo interminabile che ci lascia sgomenti. Non c’è un aneddoto, un momento per ricordarti. C’è una vita intera da celebrare, dedicata a quella passione travolgente chiamata sport, vissuta e raccontata con inimitabile maestria, grazie alla tua sapienza stilistica e alla tua visione illuminata. Ci hai ‘accompagnato’ attraversando i decenni, ci hai regalato pagine indimenticabili, narrando le vittorie e le sconfitte del nostro mondo con lucida e mirabile capacità, senza risparmiare critiche, senza lesinare consigli, senza mai dimenticare di essere te stesso. Hai fatto la storia del movimento, raccontandolo nella sua accezione multidisciplinare, nella sua dimensione, universale come i messaggi che hai scolpito nel cuore di tutti noi. Hai meritato stima e credibilità, avvicinato i giovani e coinvolto gli appassionati, incantato i protagonisti. Hai scritto e descritto tanti fuoriclasse ma il vero campione eri tu e oggi tocca a noi ricordarlo. Con emozione e gratitudine, certi che il tuo esempio non verrà disperso. Ciao, Gianni. E grazie. A nome di quello sport che hai portato nel cuore. Lì, dove noi conserveremo il tuo ricordo intramontabile".