Il CONI ha ospitato il Forum Annuale del Comitato Leonardo, "lo sport è un importante volano di crescita economica per il Paese"

LA 19ª EDIZIONE
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Dopo la lunga battuta d’arresto causata dalla pandemia, la disponibilità di nuove risorse finanziarie con il PNRR e l’organizzazione di grandi eventi nel nostro Paese come le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 possono riportare al centro dell’attenzione lo sport e il suo ruolo di forza trainante della ripresa. Al ruolo e alle potenzialità del comparto sportivo e ai rapporti con i diversi settori produttivi del Paese è dedicata l’edizione 2022 del Forum del Comitato Leonardo, l’appuntamento che annualmente riunisce rappresentanti delle istituzioni e della business community per fare il punto sulle prospettive di sviluppo per le imprese del made in Italy.

Al Forum, organizzato in collaborazione con ICE Agenzia, Confindustria e CONI presso la sede del Comitato Olimpico Olimpico Nazionale a Roma, hanno preso parte la Presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, il Presidente di ICE Agenzia Carlo Ferro, la Vice Presidente di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello, il Presidente del CONI Giovanni Malagò. Ha chiuso i lavori il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio.

Sono inoltre intervenuti Nerio Alessandri (Technogym), Lavinia Biagiotti (Biagiotti Group), Maria Criscuolo (Comitato Tecnico Sport e Grandi Eventi Confindustria), Antonio Marano (Fondazione Milano – Cortina 2026) e Maurizio Stroppiana (Mondo).
Il Prof. Stefano Manzocchi, Prorettore alla Ricerca dell’Università Luiss, ha presentato lo studio “Sport e Impresa: una partnership vincente” realizzato per il Comitato Leonardo dall’Ateneo intitolato a Guido Carli, con un’analisi dei benefici materiali e immateriali che il settore sportivo genera per il Sistema Paese e una valutazione dell’impatto economico di un grande evento come le prossime Olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026.

'Il CONI come poche Istituzioni ricorda e tesse la storia del nostro Paese - ha detto Malagò salutando gli intervenuti -. Sono orgoglioso di poter ospitare il Comitato Leonardo che rappresenta l'eccellenza delle imprese del paese e siamo felici di essere parte di tutto questo". 

“L’industria dello sport dell’intera filiera rappresenta l’1,5% del PIL con 26 mila imprese e con oltre 200 mila addetti che lavorano nei vari comparti: questo è l’indice del valore aggiunto, punto di forza dell’export italiano” ha dichiarato Luisa Todini, Presidente Comitato Leonardo. “Il made in Italy esprime vere e proprie eccellenze nella produzione di articoli sportivi con imprese che si sono affermate sui mercati esteri grazie ad un livello altissimo di qualità, design e tecnologia. La ripresa dei grandi eventi sportivi, celebrati con le tante vittorie dei nostri straordinari atleti, è il segno tangibile di un Paese che allunga il passo e vince. Lo sport e la sua industria valorizzano e migliorano le comunità e i territori creando un volano di benessere economico e sociale con un’attenzione particolare allo sviluppo delle tecnologie digitali e alla salvaguardia e sostenibilità dell’ambiente. Oggi siamo al nostro secondo appuntamento con il CONI, coadiuvati da un vero e proprio vademecum redatto dalla Luiss con l’intento di tracciare un bilancio ma, soprattutto, di indicare i binari su cui lavorare per usare e coordinare al meglio le risorse del PNRR. Lo Sport e l’Impresa insieme per accrescere la nostra economia e farci stare bene”.

“Il 2021 è stato l'anno dello sport che riparte dopo la pandemia, un anno di rinascita che ha visto il successo delle atlete e degli atleti italiani nel mondo. Un settore, quello sportivo, che rappresenta un tassello fondamentale della ripresa civile, sociale ed economica”, ha detto Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “Quello che non è stato sotto i riflettori è che l’attività sportiva è sempre supportata da un’industria molto dinamica, capace di generare crescita ed esportare il modello italiano all’estero, attraverso prodotti simbolo del made in Italy. I nostri articoli sportivi sono caratterizzati da eccellenza in termini di design, cura nei dettagli, qualità dei materiali e delle lavorazioni. La qualità, dunque, è la chiave per svettare in un contesto sempre più competitivo ed è ciò che difende i nostri beni dalla durissima concorrenza da parte dei competitor”.

“Il Ministero degli Affari Esteri” ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio “segue con sempre maggiore attenzione le dinamiche del settore sportivo nel quadro dell’economia nazionale, soprattutto da quando ha assunto le competenze in materia di commercio estero e ha posto innovazione, digitalizzazione e qualità dell’export alla base della strategia a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Per questo, insieme all’ICE, abbiamo voluto sfruttare i grandi eventi sportivi internazionali, come il Gran Premio di Imola, la serie A di calcio e il Giro d’Italia, quali piattaforme per promuovere il nostro Paese e le eccellenze italiane. Un’attività promozionale mirata, coordinata e sistematica del Made in Italy è un fattore chiave per il posizionamento delle imprese sui mercati esteri: lo sport italiano, riunendo diverse filiere produttive, apporta un contributo fondamentale al raggiungimento di questo obiettivo”.

“Dalla nostra ricerca” ha commentato il Prorettore alla Ricerca della Luiss, Stefano Manzocchi “emerge come lo sport, oltre a essere un settore industriale strategico per l’economia nazionale - con oltre 15 mila imprese nel settore della gestione di impianti e attività sportive, un fatturato diretto di oltre 4 miliardi di euro e quasi 40 mila lavoratori impiegati – sia un traino per la produzione e l’esportazione di articoli e attrezzature sportive che hanno registrato risultati di rilievo negli anni recenti. Sport e impresa, dunque, è una partnership vincente. Lo sport riveste un ruolo sociale di grande rilevanza, generando significativi effetti positivi immateriali per il Sistema Paese, come il miglioramento del benessere psicofisico della popolazione e della coesione sociale, la riduzione della spesa sanitaria, la promozione del territorio e del turismo, concorrendo sotto diversi aspetti alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030”.

Il report evidenzia come, nell’ultimo decennio, i cittadini italiani che praticano sport in modo continuativo siano in media aumentati (dal 22,8% del 2010 al 27,1% del 2020) pur rimanendo sotto la media UE. La quota di cittadini italiani “sportivi” risulta però ancora caratterizzata da un persistente gender gap, con tassi di partecipazione sportiva più elevati per la componente maschile per quasi tutte le classi di età.

Un altro aspetto importante che emerge dallo studio è il ruolo che lo sport ha sempre rivestito nel nostro Paese per la riqualificazione urbana e il contributo significativo fornito all’industria del turismo attraverso il turismo sportivo. Nel 2020, quando le entrate mondiali da turismo internazionale sono diminuite del 64% a causa della pandemia, il mercato del turismo sportivo ha dimostrato una maggiore resilienza, mentre il numero di italiani che pratica sport in vacanza è quasi raddoppiato, passando dal 18% dell’estate 2019 al 32% del 2020, con importanti ricadute economiche sui territori.

Lo sport, viene inoltre sottolineato, è uno dei settori che ha saputo cogliere più prontamente le opportunità offerte dall’economia digitale e le accelerazioni impresse dalla crisi sanitaria, attraverso l’adozione di strumenti digitali per semplificare adempimenti legali e normativi, rendere più efficienti le attività organizzative, gestire l’accesso a strutture sportive, programmare gare e allenamenti e con la diffusione di nuovi format di eventi sportivi ibridi o “phygital”. Nel contempo, l’emergenza sanitaria ha portato alla luce criticità del settore preesistenti e ha evidenziato la necessità di una riforma organica del comparto, che crei infrastrutture istituzionali adeguate e un piano di policy chiaro e coordinato per favorire la ripartenza e lo sviluppo del settore.
Alla luce del suo rilievo sociale ed economico, il PNRR ha infatti previsto per il settore dello sport un miliardo di euro per finanziare due linee di investimento per il periodo 2021-26, che riguardano il potenziamento delle infrastrutture sportive nelle scuole (300 milioni) e la creazione di impianti sportivi e parchi attrezzati (700 milioni).

L’impatto economico di un grande evento sportivo: il caso di Milano – Cortina 2026


Nel rapporto Luiss viene anche illustrato un esercizio di simulazione per valutare l’impatto economico di un grande evento sportivo: le Olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026, attraverso l’analisi degli effetti moltiplicativi attivati dall’organizzazione e dallo svolgimento dell’evento stesso. L’ipotesi principale è che l’evento determini un aumento della domanda per il comparto sport che si ipotizza corrisponda a un valore convenzionale di un miliardo di euro. L’esercizio suggerisce che le Olimpiadi invernali del 2026 produrranno un incremento di risorse all’interno del comparto sport pari a 1.142 milioni di euro complessivi; i settori collegati direttamente e indirettamente al settore sportivo beneficeranno di maggiori risorse per 1.026 milioni di euro. In sintesi, un aumento di domanda di 1 miliardo di euro del comparto genera come effetto diretto, indiretto e indotto un impatto sull’intera economia pari a 2.901 milioni di euro equivalente a un fattore di attivazione moltiplicativo di circa 2,9.
L’organizzazione delle Olimpiadi invernali avrà inoltre un impatto sull’occupazione determinato dall’incremento di domanda e quindi di produzione per le imprese fornitrici del comparto sportivo. La stima effettuata suggerisce che a fronte di una maggiore domanda di beni e servizi pari a un miliardo nel comparto, possono essere generati nel sistema Paese quasi 13 mila nuove unità di lavoro (di cui oltre 9 mila internamente al settore e quasi 4.000 nei principali settori economici collegati). Analogamente, la maggiore attività produttiva del settore sportivo genera un impatto per le imprese collocate a valle della sua catena di fornitura anche in termini di maggior valore aggiunto.
L’analisi di impatto evidenzia che, a fronte di un aumento di domanda nel settore sportivo, per ogni euro di valore aggiunto creato, circa 0,46 euro vengono indirettamente generati a valle della catena di fornitura. All’aumento di valore aggiunto e occupazione corrisponde, infine, un incremento nel livello del reddito, stimato pari a circa 320 milioni di Euro, di cui 225 milioni all’interno al settore. (foto ANSA)