Svelata la targa per onorare Bartali e la memoria degli sportivi ebrei perseguitati dalle leggi razziali

CONI
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Un tributo simbolico per non dimenticare.  stata svelata oggi, nella zona antistante l’ingresso del Salone d’Onore del CONI, una targa commemorativa dedicata a Gino Bartali, “Giusto tra le Nazioni”, un omaggio in ricordo degli sportivi ebrei – tra cui anche l’ex Presidente del CONI – Aldo Finzi - perseguitati dalle leggi razziali.

Alla cerimonia, aperta dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò, alla presenza del Segretario Generale, Carlo Mornati, hanno preso parte il Rabbino Capo della Comunità Ebraica Romana, Riccardo Di Segni, il Presidente, Ruth Dureghello, il Vice Presidente, Ruben Della Rocca, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, insieme a Gioia Bartali, nipote dell’indimenticato Gino, ai figli Leonardo e Matteo, al Presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, e alla Vice Presidente FCI e membro del Consiglio Nazionale del CONI, Daniela Isetti.

Sulla targa, l’immagine stilizzata di Bartali, è accompagnata da un messaggio eloquente: "Per non dimenticare gli sportivi ebrei perseguitati e coloro che rischiarono la propria esistenza per salvare vite innocenti".

Malagó ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa. “È un momento cui teniamo molto, perché vogliamo ricordare un gigante del nostro mondo come Gino Bartali, che non è stato solo un atleta eccezionale ma un grande uomo che ha meritato il titolo di Giusto tra le Nazioni. Noi del CONI, con ritardo, con questa targa che ha un indirizzo preciso, vogliamo rivolgere – attraverso la sua figura – un doveroso ricordo alla memoria degli sportivi ebrei deportati e perseguitati dalle leggi razziali. In questo contesto deve ricordare per l'eternità cosa ha fatto Gino e che cosa accadde in quegli anni”.

Il Rabbino Capo, Riccardo Di Segni ha voluto ringraziare il mondo dello sport. “Sono grato al CONI per questo desiderio di mantenere la memoria di quegli anni in cui furono commessi atti atroci ma che hanno anche saputo lasciarci il ricordo di persone così virtuose, come Bartali, capaci di evidenziare il lato bello degli uomini e degli sportivi. Questi segni di speranza, in un momento del genere sono fondamentali”. Il Presidente Ruth Dureghello. “Voglio ringraziare il Presidente e tutto il CONI per questo ricordo. Il ricordo di Gino è un orgoglio e un monito: lo sport raduna e accoglie senza pregiudicare i diritti degli altri, senza discriminazioni di alcun tipo”.

Infine l’emozione di Gioia Bartali. “Sono fiera di questo momento, è bello ricordare nonno. Sono orgogliosa di lui, lui ci teneva molto a lasciare un esempio importante. Abbiamo bisogno di modelli come lui soprattutto in un momento così difficile. Certi gesti sono un riferimento per i giovani e per tutta la comunità”.

La cerimonia è stata chiusa dal membro onorario del CIO ed ex Presidente del CONI, Mario Pescante. “Bartali ha fatto 2 regali all'Italia: la vittoria al Tour de France e la riabilitazione dello sport per quel periodo così buio”.

 

gino bartali foto foto mezzelani gmt015Gino Bartali, toscano, di Ponte a Ema (Firenze), non è stato solo uno dei più grandi ciclisti della storia, capace di autografare - con la sua classe - epiche pagine di gloria, ma un protagonista che ha saputo legare le vittorie alla contemporaneità, che ha scalato le strade impervie del mondo con la bicicletta, vincendo nei cuori della gente, grazie a quell’umanità che gli è valsa titoli e onorificenze speciali. Bartali ci ha regalato - con Fausto Coppi - le imprese più belle del ciclismo italiano e detiene ancora un record: nessuno, come lui, ha mai vinto due Tour de France a dieci anni di distanza. Scalatore indomito, nel 1948 bissò il trionfo del 1938, oltre a mettere in bacheca tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946), e un totale di 126 vittorie: la prima nella Bologna-Raticosa del 1933 e l’ultima nel Giro di Toscana del 1953, insieme a 4 Sanremo, 3 Lombardia e 2 Giri di Svizzera. L’altro successo, quello della solidarietà, lo conquistò nascondendo per anni documenti nei tubi della sua bicicletta e salvando dalla deportazione centinaia di ebrei. Per questo è stato insignito, dall’allora Presidente della Repubblica Ciampi, della medaglia d'oro al valor civile, tributo per i meriti riconosciuti alla sua opera durante la seconda Guerra Mondiale. Per gli Ebrei, nel 2013, Bartali è diventato Giusto tra le Nazioni. Ci ha lasciato il 5 maggio del 2000, è stato consegnato alla leggenda come un eroe ma lui avrebbe voluto essere ricordato solo per le imprese sportive, quasi per pudore di gesti che albergavano nel suo essere alfiere dell’umana solidarietà.