Nedo Nadi da record: quinto oro con la sciabola sfida anche il Re del Belgio

100 anni fa i Giochi Olimpici ad Anversa
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Semplicemente formidabile, un fuoriclasse unico, un atleta dalla volontà ferrea. Questo era Nedo Nadi. Il 27enne livornese, il 26 agosto del 1920, non solo conquistò il titolo olimpico nella sciabola individuale, ma si aggiudicò la quinta medaglia d’oro in dieci giorni di gare, unico schermidore ad aver vinto in tutte e tre le armi nel corso della stessa Olimpiade. Reduce dai trionfi nel fioretto a squadre ed individuale, nella sciabola e nella spada a squadre, l’azzurro, seppure in condizioni non eccelse, dimostrò ancora una volta il suo immenso talento ai Giochi della VII Olimpiade di Anversa.

I giardini di Palazzo Egmont, diventati sua dimora fissa, fecero da sfondo ad una lezione di scherma sensazionale, con una sola sconfitta su ventitré assalti. Il torneo di sciabola si disputò in due giorni. Quarantatré i partecipanti in rappresentanza di nove paesi. L’esclusione dei grandi maestri ungheresi - vittoriosi nel 1908 e nel 1912 con Jeno Fuchs - rappresentava per Nedo Nadi un’occasione imperdibile. L’azzurro, infatti, otto anni prima a Stoccolma, si classificò al quinto posto proprio dietro agli sciabolatori magiari: Fuchs, Békessy, Mészáros e Schenker.

Nel primo turno gli atleti furono suddivisi in cinque gironi: i primi quattro si sarebbero qualificati per le semifinali. Nedo Nadi vinse il girone 3 (mentre il fratello Aldo il girone 2), con cinque vittorie ed una sconfitta, davanti al belga Robert Feverick (3/3), al britannico Cecil Kershaw (3/3) e al compagno di squadra Baldo Baldi (3/3). Oreste Puliti e Federico Cesarano, quindi, dominarono il girone 1; Francesco Gargano e Giulio Rusconi si classificarono rispettivamente secondo e terzo nel girone 4; infine, Giorgio Santelli, chiuse al terzo posto nel girone 5.

In semifinale, poi, il quattro volte olimpionico, non concesse nulla nel girone 2, chiudendo con sei vittorie, davanti all’azzurro Baldi (5/1), all’olandese Jan Van der Wiel (3/3) e al britannico Robin Dalglish (3/3). Negli altri due gironi, invece, si qualificarono gli italiani Aldo Nadi, Puliti, Cesarano e Gargano; gli olandesi Arie De Jong e Henri Wijnoldy-Daniëls; i belgi Léon Tom e Robert Hennet. La squadra azzurra si dimostrò in forma strepitosa, con ben sei atleti su dodici nel girone finale.

Ancora una volta, però, Nedo Nadi non concesse nulla. Undici vittorie, malgrado l’influenza, con sole quattro stoccate subite. Un risultato pazzesco che gli valse il quinto titolo olimpico, davanti al fratello minore Aldo (9/2) e all’olandese De Jong (6/5), che per una stoccata tolse la medaglia di bronzo a Puliti. Nedo Nadi fu indubbiamente il grande protagonista di Anversa ed ancor oggi detiene il record di maggior numero di medaglie d’oro vinte nella scherma nel corso della stessa Olimpiade. Ma non solo.

Da quel 1920 è stato detentore del record assoluto di ori vinti da un atleta nella stessa edizione olimpica, insieme con il ginnasta statunitense Anton Heida (1904), il tiratore statunitense Willis Lee (1920) e il mezzofondista finlandese Paavo Nurmi (1924); fino all’avvento di Mark Spitz, vincitore di sette titoli nel nuoto a Monaco 1972. Un campione di caparbietà, come dimostrò ad Alberto I nel corso della premiazione della prova di spada a squadre. “Siete ancora qui, Monsieur Nadi?”, esclamò il Re. E Nadi, di contro, in maniera quasi irriverente, rispose: “Con il Vostro permesso, conto di tornare ancora davanti a Vostra Maestà”. Una promessa diventata leggenda.