CGdS in funzione di ACGS 30 maggio 2014 Daria Morganti/Federazione Ciclistica Italiana

Doping - ciclismo amatoriale – diritto a praticare un’attività sportiva

Le regole antidoping, in via generale, costituiscono la precondizione per non alterare le competizioni, fondate solo ed esclusivamente sul talento degli atleti e mai su alterazioni indotte illecitamente a danno degli altri partecipanti ad una gara. Il doping, è anzitutto strumento che danneggia il fisico ed umilia la dignità dello sportivo che ne fa uso. I principi etici che contrastano con severità l'uso del doping sono dunque un pilastro irrinunciabile per l'esercizio della pratica sportiva. L'esistenza di regole internazionali antidoping non esclude affatto, ed al contrario richiede, che siano adottate disposizioni attuative nazionali o federali, come è il caso, ad esempio, della normativa con cui la F.C.I. nel 2014 ha deciso di limitare il tesseramento per la categoria dei cicloamatori.

Chi abbia compiuto il tragico errore di usare il doping, può nondimeno ottenere il tesseramento come cicloturista, in tal modo non vedendo precluso il proprio diritto a svolgere attività sportiva. Nessuna contraddittorietà, peraltro, va ipotizzata tra la valenza "costituzionale" del diritto a praticare uno sport ed il fondamentale principio che tale diritto della persona vada esercitato secondo regole che la storia dello sport ha scritto "nelle tavole della pietra", ed anzitutto quella di non truccare in alcun modo la leale competizione sportiva. 

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