SINGAPORE 2010: Ferlito (trave) e Trost (salto in alto) donne d'argento. Edalli (parallele pari) porta in alto la Ginnastica azzurra

davidgra.jpgDoppio argento al femminile con Alessia Trost nell’Atletica Leggera e Carlotta Ferlito nella Ginnastica Artistica femminile, ed acuto finale di Ludovico Edalli in quella maschile, nell’ennesima giornata foriera di vittorie per i colori azzurri ai Giochi Olimpici Giovanili di Singapore. Ginnastica Artistica sugli scudi. Nella Bishan Sports Hall, la palestra attigua allo stadio dell’Atletica, Carlotta Ferlito conquista l’argento alla trave con il suo record personale, 14.825, alle spalle della cinese Tan Sixin (15.550). Terza l’australiana Angela Donald con 14.450. Doppio errore per la russa Viktoria Komova, costretta a risalire per ben due volte sull’attrezzo, dopo altrettante cadute. La 15enne di Catania, con questo successo torna a Milano con tre medaglie personali, due bronzi (Concorso generale e volteggio) e l’argento di oggi alla trave, divenendo, di fatto, l’atleta che è salita più volte sul podio YOG all’interno dell’intera missione CONI. E avrebbe potuto fare meglio se non fosse uscita di pedana all’arrivo della prima diagonale del corpo libero, specialità nella quale ha chiuso 8ª con 12.900. “Ho buttato quasi un punto su quel triplo avvitamento, ma non mi importa, sono contenta lo stesso – ci dice con il sorriso ad illuminarle il volto – Siamo umane, possiamo sbagliare come ha dimostrato la russa alla trave. Quando sono arrivata qui la Komova non mi calcolava per niente, poi a forza di vedermi a fianco a lei sul podio si è ammorbidita e oggi mi ha addirittura detto good luck (buona fortuna), che credo sia l’unica cosa in Inglese che conosce. Quante medaglie, non posso crederci e sapete che vi dico: forza Sicilia! Con Fichera e Santuccio nella scherma ci siamo fatti valere. A mio padre gli era quasi preso un infarto quando ha letto su internet del mio bronzo nell’All-around, chissà adesso come sarà contento. Qui, invece, ci sono mia mamma e la nonna portafortuna. E pensare che nel warm up, poco prima della gara, sono caduta ed ho dato una brutta strusciata alla gamba. Non mi accadeva più da molto tempo. Per questo sono entrata scura in volto. Mai, neppure nella nostra Serie A, ho ottenuto quel punteggio alla trave. Nei test in collegiale avevo preso al massimo 14.500 ed ora mi ritrovo a meno di 7 decimi dalla cinese, che per me è di un altro pianeta. Credevo di aver fatto l’esercizio della vita nel Concorso Generale, invece...Dopo gli Europei, dove caddi e giunsi ultima, con Paolo Bucci e Claudia Ferrè (i suoi tecnici sia in Nazionale, sia alla GAL Lissone, ndr.) abbiamo deciso di togliere il Johnson, un elemento che mi disturbava. In verità delle tre medaglie che ho al collo quella che mi aspettavo di meno era il bronzo assoluto. Mi sono sentita come Vanessa Ferrari ai Mondiali di Aarhus. Adesso devo migliorare i miei programmi, dal doppio avvitamento al volteggio agli arrivi più stabili del corpo libero. Per non parlare della parallela che devo quasi ricostruire da zero. L’anno venturo passo senior e voglio aiutare Vanessa e le altre a conquistare il biglietto per Londra ai Campionati del Mondo di Tokio. Poi dal 2012 entreranno anche Erika Fasana e la Deagostini, altre due che si sono già fatte conoscere Otremanica. Con noi arriva nuova linfa e se il buon giorno si vede dal matino…”  Dal  fronte maschile arriva l’altra bella notizia, con il bustese Ludovico Edalli sorridente sul gradino più basso del podio della parallela simmetrica. Il ginnasta allenato da Serguei Oudalov e Gennaro Scala ha ottenuto il suo miglior punteggio agli staggi pari, 14.100, finendo a 50 millesimi dal campione continentale, il  rumeno Andrei Muntean, argento con 14.150. Irraggiungibile Oleg Stepko, leader giovanile della parallela maschile con 14.400. Addirittura superiore a quella dell'ucraino l’esecuzione di Edalli (9.200 con il suo 9.000), che ha pagato una nota di partenza più bassa rispetto ai rivali. Alle spalle dell’azzurrino è finito di un decimo l’inglese Sam Oldham (14.100), primatista all-around agli Europei di Birmingham, dell'aprile scorso, mentre il russo Kazachkov ha gettato al vento la medaglia mancando completamente l’uscita. Con l’acuto di Edalli si conclude anche il programma della Ginnastica Artistica, che  ha portato l’Italia ben 4 volte sul podio di Singapore con due soli atleti in gara. “Quando ho visto cadere Kazachkov non ci volevo credere – ha dichiarato Liudo, come lo chiamano i compagni del Centro Tecnico Federale di via Ovada – Non me lo aspettavo davvero, soprattutto dopo il rendimento altalenante che avevo tenuto qui alle parallele (al buon 13.900 in qualifica era seguito il 13.600 nella finale su tutti gli attrezzi, che gli era costato l’ingresso tra i migliori 10 degli Youth Olympic Games, ndr). Volevo riscattare a tutti i costi il mancato ingresso nella finale europea, però non pensavo davvero di arrivare a tanto. Abbiamo lavorato con Gennaro Scala (il tecnico che lo segue, insieme a Serguei Oudalov, nella Pro Patria Bustese, società che milita nella Seria A2 di Artistica maschile, ndr.), soprattutto sulla parte centrale, il mio tallone d’achille, e i risultati finalmente si sono visti. Questa specialità mi è particolarmente congeniale, ma non dite che è la mia preferita, perché non è vero. A me piace la sbarra, anche se il mio idolo si chiama Marian Dragulescu, che non è certo uno sbarrista. C’è mancato poco, comunque, che battessi il 14.200 di Alberto Busnari, campione assoluto alle parallele. Siamo amici, ci alleniamo insieme a Milano e da lui ho imparato molte cose. Mi piacerebbe un giorno raccogliere la sua eredità in Nazionale”. Intanto, come anticipato, non molto distante, sul campo del Bishan Stadium, Alessia Trost faceva sua la medaglia d’argento nel salto in alto femminile, fermando l’asticella a 1.86, dietro la russa Maria Kuchina, campionessa olimpica giovanile con 1.89. Al terzo posto la polacca Aneta Rydz con 1.79. L’atleta di Pordenone, non al meglio della condizione fisica, è arrivata ad un soffio dall’oro, quando la russa è riuscita a saltare 1.83 solo al terzo tentativo. La sfida tra le due risale ai Trials Europei di Mosca, dove la Kuchina si lascio nuovamente alle spalle l’azzurra dell’ Atletica Brugnera Friulintagli, con la misura di 1.90, attuale record italiano di categoria, detenuto proprio dalla Trost. “Ho dato tutto quello che potevo, ma alla fine non ce l’ho fatta più – dichiara Alessia in mixed zone - Lo stiramento al bicipite femorale della gamba sinistra (quella dello stacco, ndr.) mi ha condizionato nella preparazione. Mi mancano almeno dieci giorni di allenamento. Nel viaggio per venire qui non sono nemmeno riuscita a dormire tanto mi faceva male. Poi ho recuperato poco alla volta ma in gara le mie forze erano limitate. Ho fatto bene i primi salti. Ad 1.86 sono già andata sul filo e poi ho mollato”. Il terzo disperato tentativo di raddrizzare le sorti della finale l’italiana lo ha tentato sulla misura di 1.92, mancando completamente lo stacco. Anche la russa non è riuscita a migliorare il suo attuale primato, 1.91. Però sono molto contenta, è una medaglia importante dalla quale ripartire – prosegue la campionessa trentina, che lo scorso anno conquistò il titolo ai Mondiali allievi di Bressanone e l’oro agli EYOF di Tampere - Mi devo mettere sotto per la prossima stagione, voglio arrivare all’1.92 che ho già sfiorato in molti test”. Nelle altre prove di Atletica previste in giornata la pisana Anna Bongiorni ha chiuso in 7ª posizione nei 200 m. donne con il tempo di 24.53. Leonardo Serra ha tagliato il traguardo della 10 km uomini per quarto, fermando il cronometro a 45:19.73, un minuto scarso dal bronzo, finito al russo Parshin (44:18.04). L’ottima prestazione del marciatore di Mottola (TA), arriva ad un giorno di distanza dal trionfo di Anna Clemente nei 5 Km. Sui 3000 m. donne, invece, la romana Valentine Marchese non riesce ad andare oltre l’8ª piazza con 10:11.18, in una finale dominata dalla keniana Gladys Chesir. Luca Valbonesi si toglie la soddisfazione di vincere con 21.98 la finale B dei 200 m. uomini, mentre in mattinata Roberta Molardi aveva coperto con il suo giavellotto la distanza di 43.90, buono per la 5ª posizione nella finalina. Riccardo Pagan ha rinunciato per infortunio, infine, alla prova di consolazione del salto in lungo. (Foto di Augusto Bizzi)